due sogni

Con questi due sogni voglio mostrarvi la rapida evoluzione di un aspirante – molto aperto spiritualmente – che, dovuto ai suoi meccanismi mentali di autosoppressione e autoinvalidazione sta andando attraverso un processo si mind clearing.

SOGNO NUMBER 1

Sono nel paese dove ho vissuto dai 6 ai 15 anni e dove vive ancora la mia famiglia di origine.

Insieme a una delle mie sorelle – la più pratica e volitiva, che si fa sempre avanti nell’occuparsi di cose e persone, familiari e non, attività sociali e tanti altri impegni; La vedo sempre molto affaticata, e un po’ eccessiva nell’affaticarsi – andiamo in visita ad un palazzo, una casa popolare, che ho effettivamente frequentato molto tra gli 11 e i 15 anni perché ci abitavano due fratelli-gemelli, miei coetanei, coi quali avevo l’amicizia più stretta in quel periodo.

Arrivando al palazzo, notiamo che nello spazio esterno antistante ci sono materassini e cuscini usati da chi dorme all’addiaccio, a conferma di vaghe voci di popolo che dicono che alcune persone delle famiglie di quei miei vecchi amici dormono (non so perché) all’aperto (comunque i loro due appartamenti sarebbero al piano terra/ammezzato).

Io e mia sorella suoniamo al citofono di un interno al terzo-quarto piano. I miei vecchi amici del piano ammezzato si accorgono però di noi che siamo al portone (cosa che non mi è molto gradita, non so perché, avrei evitato di passare da loro), e così mi fermano al pianerottolo, dove mi intrattengo un po’ perché si mettono a spiegarmi il funzionamento di una lavatrice appena installata e altre cose tecniche (come se anch’io potessi essere adibito all’uso di quegli apparecchi: mi sembra una possibilità molto vaga, ed è anche vaga questa parte del sogno). Mia sorella, che non si è fermata, ha invece proseguito su per le scale verso il terzo-quarto piano.

D’improvviso mi ricordo di una cosa importante e urgente: ho l’aereo tra due ore! (Qui il sogno si fa molto vivido). Di fatto non c’è più il tempo materiale per prenderlo: l’aeroporto è a un’ora di macchina, occorre presentarsi un’ora prima, e io devo ancora passare a casa, fare i bagagli, ecc. Non potrò mai fare in tempo, ma contro questo dato di realtà, abbandono i miei vecchi amici, corro su per le scale per chiamare mia sorella per dirle che dobbiamo andare. Ma lei non mi sente anche se alzo la voce. Io la sento parlare su in alto – in quel terzo-quarto piano – con altri: come è tipico di lei, cerca di risolvere una situazione, di aiutare altre persone. Ma io ho fretta! Non possiamo perdere altro tempo, qualunque cosa stia facendo. E urlo a lungo, anche a squarciagola, finché finalmente mi sente e capisce che deve scendere.

Scendere è complicato per lei e anche per me, che ero salito fin su a chiamarla: la tromba delle scale è infatti diroccata, pericolante e piena di detriti. Manca anche il parapetto/ringhiera e quindi ad ogni passo rischiamo, oltre al crollo della scalinata, di inciampare o scivolare sui detriti e cadere nella tromba delle scale, con esiti mortali o gravissimi. Per cui stiamo scendendo con molta cautela, lentezza e difficoltà, quando finisce il sogno.

I SIMBOLI:

I GEMELLI – Sono un simbolo archetipico. Se vedi ‘Tre Passi nel Delirio’, il secondo episodio, William Wilson, con Alain Delon, rappresenta questo archetipo.
In una persona duale, che ha una parte conscia e una inconscia, le due parti sono gemelle… I due gemelli sono sempre il sognatore…

LA SORELLA: è un’altra parte sua. L’operatività che vorrebbe avere, ma nota che è impura, perché è mentale, non naturale.

LE CASE POPOLARI: un mondo brulicante. Il sognatore nelle associazioni libere dice delle case popolari: abitate da persone più libere e sanguigne, semplici e senza peli sulla lingua e con più licenza di fare cose.

Le case popolari sono la mante inconscia, che ha cariche sospese, che sta visitando con m.c. Il fatto che vi siano delle persone che vivono all’addiaccio significa che l’inconscio sta mettendo in piazza le proprie intimità. È forse anche l’interpretazione dei sogni: non rimangono nella privacy del suo letto, ma vengono postate in Internet…

I due gemelli gli parlano della lavatrice e dicono che può usarla anche lui. Questa è la purificazione che sta facendo.

Dover prendere l’aereo ma lui se n’è dimenticato. Infatti non crede di poter volare. In effetti non c’è nessun bisogno di volare: solo essere quello che già è! Ma lui al momento non la vede così. Aspetta un cambiamento che non crede possibile.

La sorella che non lo sente è la parte meno introversa e più distratta dall’attività quotidianità.

SOGNO NUMBER 2

Scogliera quasi a strapiombo sull’oceano, o comunque su un mare profondo.

A una certa altezza rispetto al mare c’è una grotta con davanti una terrazza naturale che si affaccia sull’oceano.

Sul bordo della terrazza, seduto nella posizione del loto, c’è un uomo che medita rivolto verso l’oceano, un saggio.

Il mare è grosso, spesso i cavalloni arrivano quasi all’altezza del saggio. Io so che a volte le onde lo hanno raggiunto e trascinato nell’oceano. Ma lui sa nuotare, comunque non ha paura dell’acqua, e continua a stare lì meditando, indifferente alle condizioni del mare, perché comunque sia, saprà sempre tornare lì a meditare seduto.

Io lo paragono a me, e rifletto su come per me sarebbe già fatale che il livello del mare si alzasse lentamente, anche senza onde grosse, perché nel mare profondo non so nuotare. Vado a trovare riparo non lontano da lui, su qualche anfratto della scogliera un po’ meno esposto di quella terrazza, e da lì continuo a scorgerlo di fianco/spalle mentre continua a meditare immobile: non si è mai mosso dalla sua posizione per tutto il sogno. Ci sono delle possibilità che l’acqua e le onde salgano comunque anche fin lì dove mi trovo e mi ghermiscano lo stesso, però non bado molto a spostarmi da quel luogo per riparare in un altro ancora più sicuro… Sono un po’ incerto. Quindi sono ancora lì quando il sogno finisce.

Sergio:

Sono rimasto stupefatto! Vede il Sé, vede se stesso come Sé! e l’immagine è così vibrantemente pittoresca che ci dice che il sognatore percepisce tutta l’INTENSITÀ del Sé, e che quindi l’autosoppressione si è sgretolata. Non solo, il sogno dice che egli desidera ardentemente stare col Sé, fino ad essere incurante delle preoccupazioni delle identità legate al piccolo io personale.

He’s ready, è pronto! Mi aspetto presto un’esperienza diretta, che credo abbia già avuto ma non riconosciuto a causa della sua autosoppressione/autoinvalidazione. Il sogno dice che l’incontro col Sé c’è già sul piano sottile, così come incontro, e la decisione di dimorare nel Sé. Tutto auspicioso. Sono felice, come sempre quando il Sé si manifesta non velato.