quella è la liberazione

— Sabato e domenica ho meditato molto, circa quattro ore al giorno. Ieri sera ho fatto due sessioni: la prima di 45 minuti e la seconda ho dovuto interromperla perché a un certo punto è come se si fosse aperta una porta nera sotto di me e da quella porta vedevo degli esseri neri che saltellavano. Ho avuto una grande paura e quindi sono andato a dormire. Il sonno si è trasformato ben presto in un incubo – forse per quello che non sono riuscito a confrontare – in quanto vedevo vicino a me una donna terribile che mi condizionava negativamente. Ricordo che ho iniziato a gridare nel sonno fino a quando mi sono svegliato. Eppure mi sembrava di meditare bene riuscendo a integrare la mente, a rendermi conto che il pensiero è della stessa mia sostanza, e cioè: pura consapevolezza. Poi invece…

— Fortunatamente le nostre capacità sono limitate. Per quanto possiamo essere forti, incontriamo prima o poi cose che ci sovrastano e che non riusciamo a confrontare. Dico ‘fortunatamente’ perché altrimenti la realizzazione sarebbe dell’ego, sei d’accordo? Ciò che realizzerebbe la Liberazione sarebbe la volontà dell’ego, e quindi l’ego sarebbe il realizzato.

Invece la realizzazione avviene soltanto tramite la Grazia. L’avrai letto molte volte sulle scritture, ma spesso non si comprende cosa realmente significhi. L’ego, stufo di soffrire, comprende che l’unico modo per scampare alla sofferenza è morire come ego. Allora impegna tutta la sua volontà nel seguire una sadhana realizzativa, ma per quanto sottile diventi non può suicidarsi perché nel suo DNA vi è il comando: SOPRAVVIVI! Allora si abbandona a Dio o al Sadguru (Maestro perfetto) che sono la stessa cosa. E abbandonarsi vuol dire AMORE. Ecco perché è detto che Jnana senza Bhakti, e Bhakti senza Jnana non funzionano. Spesso i visitatori di Sri Ramana dicevano: “Credevo di incontrare uno Jnani, invece è un Bhakta”… Ramana piangeva al solo vedere un’immagine di Krishna.

L’aspirante dà il suo 100%, il resto lo fa la Grazia. Perciò, per rispondere al tuo messaggio, c’è un solo modo per superare situazioni o memorie che ci sovrastano: invocare l’aiuto del Sadguru.

Devi avere dialogo e familiarità col Sadguru, devi essere in comunicazione con Lui. Il Sadguru non è un maestro normale, è un Maestro perfetto: Shiva, Gesù, Krishna, Ramana, Anandamayi Ma e altre GRANDI incarnazioni del Divino. Io ho questa porta aperta con Sri Ramana, ma tu puoi aprirla con la forma del Sadguru che più tocca il tuo cuore.

Rammenterai quel devoto, in Ricordi di Sri Ramana Maharshi, che chiamava Bhagavan ‘padre-madre’. Padre-Madre, questo dev’essere il Sadguru. Prendi rifugio ai Suoi piedi, invoca la Sua protezione. Se stabilisci fortemente questo contatto, hai stipulato la tua assicurazione per la salvezza.

— Ma in che modo posso chiedere la Sua protezione?

— Ti rivolgi interiormente a Lui e gliela chiedi. Dalla tua domanda capisco che non l’hai ancora fatto. Devi aprire la relazione interiore di Amore, Fede e Abbandono al Sadguru. Come puoi andare avanti senza?

Ti mostro altri tre aspetti cruciali per cui questa relazione divina è fondamentale:

1. Nella morte l’ultimo pensiero che hai è quello che determina l’orientamento della mente e quindi la nuova rinascita. Se la relazione di amore, fede e abbandono col Sadguru è profondamente radicata in te (dovrebbe essere la cosa più importante per te), l’ultimo pensiero che avrai al momento della morte del corpo sarà rivolto al Sadguru, e ciò farà sì che o ottieni la realizzazione nel dopo-morte, o ottieni una rinascita elevata.

2. Come farai senza quella relazione a passare Manonasa, la definitiva dissoluzione dell’ego senza ritorno? Lì si incontrano paure che possono essere insormontabili per l’ego; ma se hai amore, fede e abbandono nel Sadguru, la Sua Grazia te le farà superare facilmente.

3. Superata la fase iniziale, per fare progressi spirituali devi abbandonare tutta la tua vita, la tua storia, le tue memorie, pregi e difetti, tutto… al Sadguru. Fatto questo sei già in uno stato di libertà, libero da pensieri perché hai affidato la responsabilità al Sadguru. Se sei capace o incapace, che tu abbia commesso peccati o fatto buone azioni ecc, Sua è responsabilità. Una volta che hai rimesso al Sadguru tutti gli attributi della tua forma, invece di lasciare che il tuo ego ne detenga il possesso, puoi finalmente rimanere come Puro Spirito, come Sé, nella misura in cui sei riuscito a farlo. In un tale approccio, che resta dell’ego agente? Assai poco, vivi già in uno stato di pre-liberazione, libero dai coinvolgimenti con Maya.

Quando avrai rinunciato a ‘tutto’ e sarà rimasto solo il Sadguru, che a quel punto è lo stesso Sé, quella è la Liberazione.