su karma e attaccamenti

In ‘I miei giorni con Bhagavan’ Annamalai Swami racconta che a Tiruvannamalai c’era un santo che benediva maledicendo. Prima di recarsi al Ramanashram, Annamalai va a incontrarlo per avere la sua benedizione e lo incontra in strada con una folla di devoti. Come questo santo lo vede comincia a insultarlo: ‘Sei venuto a Tiruvannamalai ma non troverai niente… e giù una pioggia di biasimi’. Annamalai scoppia in lacrime pensando di avere un karma orribile se quel sento lo apostrofa in quel modo, ma subito il primo assistente del santo gli si avvicina dicendogli che dev’essere una persona speciale se il santo gli a parlato in quel modo e che qualsiasi cosa fosse venuto a fare a Tiruvannamalai sarà coronato da successo, perché quello era il modo di benedire del suo Guru. Questo santo era anche uso ad andare nei negozi della zona e distruggere un po’ di cose, ma i proprietari erano ben felici delle sue visite e dei danni che provocavano perché ormai sapevano che nel giro di qualche settimana ne avrebbero ricavato molto più beneficio.

Nella mia esperienza personale ho visto che tutte le volte che mi sono capitate esperienze penose stando ero sulla via della realizzazione e accettando quegli eventi nel modo giusto, i benefici che mi sono arrivati poi sono stati almeno 4 volte maggiori della pena.

Avete quest’esperienza?

A volte Dio decide di farti abbandonare un po’ di catene/attaccamenti e, dal punto di vista umano, ti fa soffrire. Ma quale padre non ricompenserebbe il figlio con molto di più?