un esempio su come affrontare e risolvere l’esperienza del vuoto nichilista

Sergio — A., ho bisogno che mi dai dei sogni. I sogni servono a tre cose: 1. ci mostrano se vi sono barriere che stanno sabotando la sadhana [queste eventualmente verranno dissolte col mind clearing]; 2. preannunciano l’avvento di una realizzazione parziale o definitiva nella sadhana; 3. confermano un’avvenuta realizzazione parziale o definitiva nella sadhana. Perché così tanta difficoltà a ricordare i sogni? —. A. — Il corpo agisce in automatico. Si sveglia immediatamente e mi Continua a leggere →

riposo e attaccamento all’incoscienza

Uno degli attaccamenti più potenti, credo il più potente, è quello verso il sonno. La mente comune conosce un solo modo per riposare: l’incoscienza. Da qui il paradosso (fenomeno evidente in chi soffre di insonnia) del rincorrere il sonno come assoluta necessità! È un rintanarsi in delle ‘sacche’ di incoscienza per proteggersi dal sentire. Ci proteggiamo dal sentire il dolore scegliendo l’incoscienza. Di fatto però ci proteggiamo dalla pura consapevolezza che è puro riposo, la Continua a leggere →

né cosciente né incosciente

Marco: — Quando medito da solo sono pura inattività. Conoscere è ancora una sottilissima attività. Sta diventando sempre più reale la comprensione che l’incoscienza non esiste, ed è molto bello. La tendenza verso l’incoscienza è chiusura al dolore. Credo sia questo il senso del termine ‘sovracoscieza’ o ‘coscienza transpersonale’. Quando Nisargadatta parla di ‘rima della coscienza’ non si riferisce all’incoscienza (vi sarebbe contraddizione con Ramana) ma all’essere Continua a leggere →