la luce che non illumina

La luce che non illumina è la Consapevolezza pura che resta quando viene meno l’identificazione con la mente (il mondo). È il silenzio consapevole con cui Dakshinamurti, il primo supremo Maestro personificazione di Shiva, insegnò ai Rishi dissipando ogni dubbio. “Rimane accesa come una luce nella notte, così discreta e gentile da non illuminare il buio”. La notte, senza stelle, è l’assenza del mondo. La luce che non manda raggi all’esterno è la pura Consapevolezza. “Una Continua a leggere →

l’errore base dell’Intensivo di Illuminazione

L’errore base dell’Intensivo di Illuminazione è che il partecipante crede lo stato dell’esperienza diretta, quando diventasse continuo, è la realizzazione. La realizzazione è spostare l’identità dalla persona (ad esempio Sergio) alla Pura Coscienza. Questo ha delle conseguenze. Esiste il tempo nella Pura Coscienza? Il prima e il dopo? Esiste la distanza nella Pura Coscienza? Qualcosa è più vicino e qualche altra più lontano? Esistono differenziazione e separazione nella Pura Continua a leggere →

voglio il samadhi! non posso più vivere con un ego in una dualità

“Perché non posso entrare in un samadhi come quelli che leggo sui libri spirituali?”. Per avere la risposta, la prima domanda che dovresti porti è: “Posso vedere Dio in ogni cosa?”. La seconda domanda è: “Posso avere sempre un amore bruciante per il Divino”? (con forma, senza forma, secondo le caratteristiche dell’aspirante). La terza domanda è: “Posso essere un servo del Signore e offrire la mia struttura psicofisica e tutta la mia vita al servizio del Divino?”. Se Continua a leggere →

lasciare andare

Il ‘Lasciare Andare’ è un’altra pratica potentissima per dissolvere la mente! Infatti Lester Levenson la associa al Trasformare in Amore. Anzi, là dove il Trasformare in Amore non riesce, il Lasciare Andare può! Entrambe sono pratiche di abbandono, che sono le più potenti. In tutta la spiritualità è fortemente raccomandato il Lasciare Andare: “Abbandona la tua vita a Dio”, “Sei sul treno e reggi in mano la valigia. Perché portare quel peso? Ponila a terra e lascia che sia il Continua a leggere →

cosa non accetto e non mi piace di me? – parte 3

Alcuni aspiranti – io fui tra questi – si rifugiano nella via spirituale per sfuggire al loro sé relativo, tanto lo rifiutano. Pensate a quei samurai che alla fine della carriera, dopo aver ucciso molte persone, si ritiravano nei monasteri zen per trovare un po’ di pace… Ma naturalmente, per procedere nella sadhana, essi dovranno integrare le cose che rifiutano, che a tutti gli effetti sono delle vasana. Se comprendete la domanda ‘Cosa non accetto e non mi piace di me?’ nella sua Continua a leggere →

onde cerebrali e stati di coscienza

Sono direttamente correlati, eppure è un aspetto che viene quasi sempre omesso dai testi spirituali. Lo cito per mostrarvi come l’evoluzione spirituale non sia qualcosa di esclusivo appannaggio della mistica e della fantasia – come invece sostengono i detrattori della pratica spirituale – ma è affatto scientifico e può essere studiato dal punto di vista fisiologico. Swami Satyananda Saraswati, che oltre ad essere uno sommo yogi illuminato era anche un neurochirurgo, ha scritto molto a tal Continua a leggere →

gli attacchi di panico

Alcuni aspiranti soffrono di attacchi di panico. È un argomento complesso; vedrò di chiarire alcuni punti. Solo una minima parte degli attacchi di panico si manifesta in vere e proprie crisi patenti. Per lo più tale sindrome resta latente ed opera a livello subliminale attraverso immagini mentali raffiguranti un’elevatissima ostilità verso chi le percepisce, che inducono sensazioni fisiche – anche queste subliminali – che evocano elevatissima repulsione, tale da rendere quel soggetto Continua a leggere →

meditazione e sofferenza

Sergio: — Cosa ne pensate di questo video? G.: — Io credo che il vero insegnamento avvenga quando si riesce a dimorare nel Sé. Secondo la mia piccola esperienza nel Sé la sofferenza scompare ed avviene una trasmissione profonda. Credo che la sofferenza sia lo scoglio da superare per riuscire a dimorare nel Sé. Sergio: — La tua visione è la trappola che mi ha imprigionato per molto tempo: poiché nell’esperienza diretta è tutto perfetto, io ricerco solo l’esperienza diretta, Continua a leggere →

sono Yogananda

— Abbiamo tradotto il libro di Lucille – ancora un paio di mesi per la revisione finale. Trovo sia una grande risorsa. In genere gli jnani non parlano della vita, mentre Lucille all’opposto parla solo di come lo stato naturale si integra nella vita. La questione è che a volte, sentendo la stessa cosa detta in maniera diversa, l’aspirante ‘coglie la cosa’ e fa progressi. — Sì è vero a volte quella frase messa in un altro modo fa la differenza. A me per esempio questa metafora Continua a leggere →

il vero altro

Non sono mai stato un fan delle relazioni personali. Sin da piccolo ho sempre preferito le poche amicizie intime, dove si poteva avere una comunicazione profonda, e rifuggito le comitive. Da metà degli anni ’80 ho seguito intensamente gli ‘Intensivi di Illuminazione’, né avrò fatti ben più di 100, tra quelli a cui ho partecipato (anche di 21 giorni) e quelli che ho guidato… Tornando alla mia riluttanza o idiosincrasia, quando arrivava alla fine dell’Intensivo, come si concludeva Continua a leggere →