la morte della mente

— Tu devi morire, ma la morte che dico io non è quella del corpo fisico, ma della mente, che è silenzio.

— Come disattiva la mente?

— Uno dei metodi: osserva neutro ciò che appare senza giudicare né fare niente, evitando che il computer (la mente) parta con tutte le sue valutazioni. Dopo un certo tempo di questa pratica hai la coscienza che dimora in se stessa e silenzio, dato che il computer è spento.

l’unico motivo per cui posto

L’unico motivo per cui posto sul mio diario e sul sito è di far sapere agli aspiranti maturi che ci siamo. Alcuni dei consigli postati possono essere utili, ma certamente non possono sostituire una guida individuale. Le sadhana sono diverse, i sadhaka sono diversi, le fasi che attraversano sono diverse. Perché lo faccio? La stessa consacrazione che mi ha spinto a ridestare Sergio al Sé mi anima ad aiutare ‘altri’ (per così dire) a farlo. È sempre lo stesso amore per il Sé. Fabrizio Continua a leggere →

il koan: “che cosa possiedo?”

Tu non possiedi niente tranne Dio. Niente vuol dire niente: relazioni, affetti, corpo, beni materiali, il paesaggio, il clima, la vita, ecc. I pensieri, preoccupazioni (dunque la mente) esistono perché credi di possedere qualcosa e combatti per avere, mantenere ecc. Lavora così: Chiediti: “Che cosa possiedo?”. Rivolgi la domanda alla mente e lascia che la mente risponda. Mentre la mente risponde tu osserverai e l’osservazione gradualmente dissolverà tutte quelle falsità. Quando Continua a leggere →

come un punto immobile

Le vasana (tendenze mentali acquisite) possono sembrare come un’enorme montagna che ostruisce il tuo progresso. Non essere intimidito dalla loro grandezza. Non è una montagna di roccia, ma di canfora. Se ne accendi un angolo con la fiamma dell’attenzione discriminativa, verrà ridotta a nulla. Rimani separato dalla montagna dei problemi, rifiuta di riconoscere che sono tuoi e si dissolveranno di fronte ai tuoi occhi scomparendo. Annamalai Swami Commendo di Marco Mineo: Tendendo verso la Continua a leggere →

una danza del cuore

una danza del cuore
un respiro di sollievo
con fiducia abbandono
e non mi trovo più

Anna Gagliano

Sergio:
È così. A un certo punto i bisogni umani che ti avevano tenuta prigioniera ti abbandonano. In verità la luce del sole del Sé fa sparire ogni bisogno per sempre e tutto ciò che resta è abbandono.

 

l’amore del Sé

L’amore che si genera quando siete nel Sé è immenso; e non ha ragioni, perché non è un attributo, ma è insito nella natura del Sé. Lo stesso amore che mi ha spinto a risvegliare il Sé in me, mi motiva a risvegliarlo in altri, quanto possibile, senza interesse per contropartite, perché quello del Sé non è un amore personale. Direi che è una spinta automatica, spontanea. Questo fa credere ad alcuni che le risposte di un maestro dovrebbero essere sempre buoniste. Ma l’amore del Continua a leggere →

benevoli con se stessi

Per avere successo nell’autoindagine bisogna essere benevoli con se stessi. Se si è troppo autocritici, le idee di ostilità verso noi stessi si appiccicano sul Sé e rendono difficile l’identificazione col Sé.

Quando poi la disidentificazione con la mente raggiunge un livello operativo (vi comincia a diventare chiaro che voi siete Pace e che la mente è altro da voi), allora questo non ha più importanza.

 

 

la morte e la nostra vera natura

La nostra vera natura è ciò che gli umani chiamano morte. Per esprimerla nel linguaggio umano, è Vuoto-Pieno, Nulla, Silenzio. È totalmente staccata dalla mente. Quando siete là, vi rendete conto che tutto il film della mente è solo una coperta sovrapposta alla vera natura. Non c’è nessun collegamento tra la vera natura e il film della mente. La prima è pace assoluta, la seconda groviglio assoluto. Il Vuoto-Pieno è il Parabrahman, l’Assoluto. Nella discesa verso la manifestazione, Continua a leggere →