dall’ego al nirvana

Quando ‘Io sono me stesso’ [l’ego] se ne va, arriva ‘Io sono tutto’ [l’immanenza nel mondo che ancora appare]. Quando ‘Io sono tutto’ se ne va, arriva l’IO SONO [c’è solo il Sé, senza più il mondo, come nel sonno desto]. Allorché anche l’IO SONO se ne va, solo la Realtà resta [da Io Sono Quello di Nisargadatta Maharaj]

Nota di Sergio:

Prendete in esame la coscienza. È così pura! In gradi di percepire ma non di sapere cosa percepisce; è l’intelletto che elabora la percezione attraverso discriminazioni e associazioni per giungere alla conoscenza relativa. La coscienza pura è ‘ingenua’ come una lastra fotosensibile.
Quando la pura coscienza si immerge in se medesima, persino il senso di esistere e di essere si dissolve. I buddhisti chiamano questa esperienza ‘vuoto’ o ‘nulla’, più scientificamente: nirvana, che significa ‘prana fermo’, nessuna impressione… comunque non è altro che pura coscienza, senza attributi e contenuti; e appare come vuoto o nulla fin quando la si percepisce in modo duale come oggetto, non quando si diventa quello.
Patanjali chiama questo stato nirbija samadhi, nell’Advaita Vedanta viene chiamato turiyatita, che significa ‘oltre il 4° stato’ che è turiya.
La teogonia indù indica questi stati attraverso diversi nome dati alla Divinità.
All’origine vi è il Paramatma o Parashiva. È l’Assoluto in cui la pura coscienza è immersa in se stessa. È il nirvana, il nirbija samadhi, turiyattita.
Al primo passo di discesa verso la creazione troviamo il Brahman nirguna. Nirguna vuol dire senza qualità. È turiya il puro IO SONO, o SÉ, senza mondo.
A un ulteriore passo di discesa troviamo il Brahman saguna. Saguna vuol dire con qualità. È l’IO SONO TUTTO. Appare il mondo ed il mondo è ME.
Lo stato di Brahman saguna include un ulteriore passo di discesa verso la creazione: appare la volontà, che è impersonale, ma in grado di agire, cioè di creare. Perciò lo stato di Brahman saguna è identificato come la mente cosmica.
Questo è il primo livello del Divino che la nostra religione riconosce. Non è una critica, descrivo un fatto.
Io ho parlato di pura coscienza, ma avrei potuto dire le stesse cose parlando di puro essere. Sat e Chit (essere e coscienza) sono inestricabili.