la pratica del “questo è me”

— La pratica del “Questo è me” inizialmente mi ha portato vicino alla verità, ora sta facendo emergere tutto quello che vedo come diverso da me. A volte la mente, ripetendo “questo è me”, crea uno stato d’ansia che poi si rivela come un conflitto interno verso ciò che non riesco a vedere con equanimità.

— Questo succede quando la Presenza Mentale si indebolisce. Allora fa’ un passo indietro e assumi la posizione del puro Testimone senza far niente. Inoltre, quando ne senti il bisogno, per ricentrarti nel Sé (non certo per trovare una risposta) fai il questioning: “Chi sono io? Chi sono io? Chi sono io?…”.

La Presenza Mentale – la si può anche chiamare Concentrazione – pone argini alle inondazioni mentali. Se la Presenza Mentale è debole come il Mose, allora ti ritrovi con la coscienza disturbata dai contenuti mentali. Presenza Mentale vuol dire avere la forza di mantenere il Principio-Io in primo piano rispetto a tutti gli altri contenuti; se manca questa forza il Principio-Io viene più o meno sommerso. Ti è capitato di avere una forte esperienza diretta e poi vedere di non riuscire a mantenerla? La debolezza di Presenza Mentale è una delle due cause del non riuscire a ottenere la stabilità nel Sé; l’altra sono le vasana (attaccamenti) non ancora bruciate – credo che il tuo sia più il primo caso. Ecco perché è necessario un lungo tempo di pratica: non basta qualche esperienza diretta, bisogna anche conquistare il controllo della mente. Sri Ramana insisteva molto sulla Concentrazione.

In altrui termini questo ti succede perché non hai ancora un buon controllo della mente, se la mente chiama non di rado le corri dietro.