l’impostore

— Caro Sergio, la tua domanda di ieri sera sull’apertura all’amore credo abbia prodotto un sogno. Ho sognato di accarezzare un grosso cane bianco e peloso come quelli di Berzano, sentivo di amarlo molto e ricevevo amore. Aveva degli occhi con un’espressione umana, mi seguiva ovunque e stava sempre attaccato a me. Questa totale dipendenza da me mi metteva a disagio… Grazie del tuo amore.

— Il cane è simbolo della fedeltà. E chi ti è assolutamente fedele, non ti tradisce mai e ti è sempre vicino? La tua Vera Natura! Devi imparare a morire. L’estasi della Consapevolezza la conosci, ma R. è ancora viva e pronta a rivedersi le figurine di papà, mammà ecc. Figurine di chi? Di un personaggio onirico. Tu sei la Consapevolezza Infinita. Sii Quello. Se non ci pensi tu, la prossima volta che ci vediamo ti darò io una mano a tirare le cuoia… Sempre per amore…

— Vorrei tanto tirare le cuoia…

— Basta rifiutare la mente. Hai letto Langford… La mente ti propone vari ricordi e tu riporti l’attenzione alla Consapevolezza.

— È vero. Lui insiste molto sull’«impostore». Devo ricordarmi che R. è un’impostora.

— Non so. Io riporto l’attenzione all’estasi della Consapevolezza Infinita. Però mi è già parecchio chiaro che tutto il sogno è fasullo. Morire è rifiutare il sogno mentale, incluso il corpo che è parte della mente.

— Credo che un motivo che non mi ha fatto riconoscere la fusione con il Sé è stata un’idea che mi ero fatta di come dovesse essere. Mi è capitato alcune volte meditando a casa di sentire di entrare in una dimensione che non so descrivere ma che posso solamente definire ‘potente’. Qualcosa di così forte e intenso che provocava una scossa e non riuscivo a continuare a dimorare. Mi ero fatta l’idea che restando lì avrei visto che il sogno è falso. L’entrata in questa ‘dimensione’ era accompagnata o preceduta dal sentire che il corpo diveniva sottile come un foglio, bidimensionale.

— Quelli sono fenomeni che possono accompagnare lo stato diretto, e cambiare di volta in volta. Puoi vedere i cieli che si aprono e apparire schiere di cherubini e serafini che cantano… Soprattutto le prime esperienze dirette possono essere molto fenomeniche. Ma i fenomeni non sono lo stato diretto stesso. Ma il motivo per cui l’hai svalutata dopo che te l’ho fatta riconoscere è un altro. L’insegnamento dice di non mostrare l’esperienza diretta all’aspirante che non l’ha riconosciuta. Perché se anche gliela mostri e lui la vede intellettualmente, il Cuore è bendato, non l’ha vista prima e non la vede ora. In ultimo è il Sé che riconoscere il Sé, non la mente. Allora l’aspirante pensa: “Ma è tutto qui? Non è una cosa importante?” e svaluta Dio. Io l’ho fatto solo perché sei un’aspirante saldamente impegnato sulla Via. Se fossi stato un avventore non l’avrei mai fatto.