Poi arriva il giro di boa: l’Osservare si rivolge a Sé stessi. Allora si comincia a sprofondare nel Sé

Accetta il momento presente così com’è. Praticando tale approccio, l’illusione si dirada e comincia a mostrarsi il Sé, che è la stessa ‘Osservazione’ che osserva il momento presente.

Gradualmente, la visione del Sé contagia tutta la scena, e allora la pratica diventa: ‘Ama il momento presente così com’è’, perché si coglie l’essenza del Sé nei mutamenti apparenti.

Progredendo si perde interesse per i mutamenti apparenti e l’Osservazione si rivolge sempre più verso Ciò Che È Reale, cioè verso il Sé, e si avvia una contemplazione del Sé sempre meno discontinua, fino all’unione col Sé. È bellissimo

— Grazie. Io lo vedo il Sé, ma ne vedo solo una parte.

— È la continuità della pratica che dà il risultato, che porta a vedere con chiarezza il Sé, e alla fine a divenire Uno con Lui. Non v’è altro modo.

Se non lo vedi chiaramente e stai praticando bene, attendi con pazienza che la pratica dia i suoi frutti. Se pratichi da parecchio e non vedi risultati soddisfacenti, emenda i vacuum nella tua pratica.

La parte più importante dell’accettare il momento presente così com’è, è l’OSSERVARE.

Non essendo più coinvolta da resistenze della mente né identificata con le varie identità che si oppongono, l’Osservazione rimane neutra. Tale Osservazione, che non cambia e non vacilla, è il Sé. Dunque va data più attenzione all’Osservare che non ha l’osservato, e ciò conduce a rimanere Uno col Sé.

Se noti che stai dando più attenzione a ciò che succede, la pratica non è ancora pienamente operativa.

Insieme all’Osservare dovrebbe rimanere solo quel pensiero che Sri Ramana chiama vritti-mukti, il quale è normalmente sommerso dal tumulto dei pensieri derivanti da attaccamenti e identificazioni. Vritti-jnana è la consapevolezza della realizzazione, sia quella temporanea di manolaya che quella definitiva di manonasa.

Quando ti coinvolgi con ciò che appare, carichi su di Te quei movimenti apparenti, frastagliandoti così nelle varie identità che ne sono coinvolte, nel bene o nel male. Ma se Osservi quei movimenti per ciò che sono in modo contemplativo, essi si dissociano da Te. Allora resta fulgente il sublime Tu, il Sé, cui l’Osservare non coinvolto ti rimanda. Ciò apre la porta alla Beatitudine, all’equanimità, alla bastevolezza di Sé stesso, all’essere Ciò che si è, cioè LA SOLA ED UNICA REALTÀ.

QUESTA È LA VIA, ma la Realizzazione non arriva subito. È necessario abituarsi alla conversione da essere limitato e vulnerabile che vive in un mondo esterno e separato dal lui, al Sé universale, eterno e intoccabile.