se ti chiedono cosa sei…

Dai Satsanga di Francis Lucille

Domanda: — Se siamo pienamente consapevoli di un pensiero, ne siamo liberi. Se dunque fossimo pienamente consapevoli del concetto di essere un’entità separata, non dovremmo forse esserne liberi? Non guardiamo fino in fondo l’entità separata.

Lucille: — Esatto. Questo avviene a due livelli: il livello dei pensieri e quello delle sensazioni. A livello della mente sorgono pensieri che comportano l’idea di essere separati. Non è un problema il fatto che sorgono, il problema è che diamo loro credito.

A livello di corpo esistono strati e strati di sensazioni con le quali ci identifichiamo. Se si accoglie completamente tutte queste sensazioni, esse perdono il potere di farci credere di essere quel che sentiamo, e allora iniziamo a comprendere che siamo sempre stati la presenza accogliente in cui sorgono tutte le sensazioni.

Dobbiamo raggiungere lo stadio in cui, se ci viene chiesto cosa siamo, non sia possibile che sorga un’immagine o una sensazione come risposta alla domanda; sentiremo immediatamente e istintivamente: “Non so”. La domanda ci fa contattare direttamente la nostra realtà più intima: quella libera da qualsiasi immagine [“Yoga è la sospensione delle modificazioni della mente” – Patanjali, Yogasutra, 1, 2. Il fatto che non compaiano immagini vuol dire che non ci sono movimenti mentali, allora ciò che rimane è l’essenza, lo stato naturale, il vero Sé – N.d.T.].