stare a contatto con saggi e santi

INTRODUZIONE

Fu chiesto spesso a Sri Bhagavan: “Come possiamo rimanere nello stato di pace che sperimentiamo alla vostra presenza, anche dopo che siamo andati via da Arunachala”. La sua risposta era: “Chiediti chi sente l’assenza di pace. Volgiti all’interno e cerca la sorgente. Là, quella stessa pace è disponibile a tutti come ‘proprio Silenzio Interiore’”.

Voi tutti potete raggiungere AHAM (il Cuore supremo, il Sé) perché il Silenzio Interiore è accessibile alla vostra autoindagine. Nella misura in cui ci si volge all’interno e si sperimenta la quiete, in quella misura non è più si distratti dal mondo. Questa è innegabilmente la tua esperienza, non è così? Tali continue e ripetute esperienze di quiete interiore ti mettono nello stato che realizzi al Satsangha (in compagnia di un Saggio/Santo).

Mentre scorreva antichi testi indù, Bhagavan Sri Ramana scelse cinque versi che esaltavano la virtù e la grandezza di Saggi e Santi.

I primi due versi:

1. l’attaccamento svanisce in compagnia dei Saggi, e con l’attaccamento svanisce anche l’illusione. Liberati dall’illusione si raggiunge la stabilità e quindi la Liberazione mentre si è ancora viva. Dunque cercare la compagnia dei Saggi.

2. Non è ascoltando predicatori, né studiando i libri, non attraverso buone azioni né con altri mezzi può essere raggiunto lo Stato Supremo. Esso può solo essere realizzato stando in contatto con Saggi e attraverso la chiara ricerca di Sé.

A sostegno di ciò Sri Bhagavan raccontò la seguente storia:

“Vitthal [ the name of Lord Krishna at Pandarpur temple ] found His devotee Namdev had not realized the Supreme Truth and wanted to teach him. The Saints of Maharashtra had gone on a pilgrimage in a group and had returned to Pandarpur. Gora Kumbhar was one among them and invited them all to his residence and offered a feast. At the feast, Saint Jnaneshwar, in collusion with Gora, told Gora publicly, “You are a potter, daily engaged in making pots and testing them to see which are properly baked and which are not. These pots before you ( i.e., the Saints) are the pots of Brahma. See which of these are sound and which are not.” Thereupon, Gora said, ‘Yes Swami, I shall do so,’ and took up the stick with which he used to tap his pots to test their soundness; and holding it aloft in his hand, he went to each of his guest and tapped each on the head as he usually did to his pots. Each guest humbly submitted to such tapping.

“Vitthal (nome del Signore Krishna nel tempio di Pandarpur) vide che il suo devoto Namdev non aveva realizzato la Verità Suprema e voleva insegnargliela. I Santi di Maharashtra erano partiti in gruppo in pellegrinaggio e erano tornati a Pandarpur. Gora Kumbhar era uno di loro e li invitò tutti a casa sua e offrì una festa in loro onore. D’accordo con Gora, alla festa San Jnaneshwara disse pubblicamente a Gora: ‘Tu sei un vasaio; sei impegnato quotidianamente a fabbricare pentole e a testarne il suono per vedere che si sono cotte correttamente. Questi vasi davanti a te (cioè i Santi) sono i vasi di Brahma. Controlla quali di loro suonano bene e quali invece no’. Allora Gora disse: ‘Sì Swami, lo farò’ e presero il bastone con il quale percuoteva i suoi vasi per testare il suono delle loro teste. Tenendolo in alto nella mano, si avvicinò ad ognuno dei suoi ospiti e toccò leggermente il capo di ciascuno. Tutti si sottoposero umilmente al test.

“Ma quando Gora si avvicinò a Namdev, questi gridò indignata: ‘Tu vasaio, che ti salta in mente di toccarmi con quel bastone?’. Gora allora disse a Jnaneshwar: ‘Swami, tutti sono stati cotti a dovere tranne questo (Namdev) che non è ancora cotto’. Gli ospiti scoppiarono a ridere e Namdev si sentì molto umiliato e corse via al tempio da Vitthal col quale era in intimità – giocava, mangiava, dormire con lui ecc. Namdev si lamentò con Vitthal dell’umiliazione subita, lui che era l’amico più stretto di Dio stesso. Vitthal, che naturalmente sapeva del fatto, finse di compatirlo, e gli chiese di raccontargli tutto quel che era accaduto. Dopo averlo ascoltato disse: ‘Perché non sei rimasto tranquillo e non ti sei sottoposto al test come tutti gli altri? Ecco perché è avvenuto tutto il problema’. Allora Namdev gridò ancora di più e disse: ‘Anche tu vuoi unirti agli altri per umiliarmi. Perché avrei dovuto sottomettermi a quel test? Non sono forse il tuo amico più vicino, tuo figlio?’. Vitthal disse: ‘Non hai compreso completamente la Verità e non capirai se te la dico io. Vai dal Santo che vive nel tempio diroccato della foresta. Egli sarà in grado di darti l’Illuminazione’.

“Namdev andò e vi trovò un umile vecchio che dormiva in un angolo del tempio con i piedi poggiati su uno Shiva Linga [statua simbolo di Shiva]. Namdev non poteva credere che quello fosse colui da cui egli, l’amico del Dio Vitthal, dovesse ottenere l’Illuminismo. Visto che non c’era nessun altro Namdev si avvicinò al vecchio e batté le mani. Il vecchio si svegliò di soprassalto e visto Namdev disse: ‘Oh, tu sei Namdev che Vitthal ha mandato da me. Vieni, vieni!’. Namdev era interdetto e cominciò a pensare: ‘Costui dev’essere un grand’uomo’. Tuttavia pensò che era ributtante che qualsiasi uomo, per quanto grande, riposare temendo i piedi su una Shiva Linga. Chiese al vecchio: “Tu sembri essere un grand’uomo. Ma è giusto che tu tenga i piedi su una Shiva Linga?’ Il vecchio rispose: ‘Oh, i miei piedi sono su una Shiva Linga? Dov’è lo Shiva Linga? Ti prego poggia i miei piedi altrove. Namdev posò i suoi piedi in vari posti, ma ovunque fossero messi c’era una Shiva Linga. Alla fine li prese nel suo grembo e divenne egli stesso uno Shiva Linga. Allora realizzò la Verità. ‘Ora, puoi andare’ disse il Santo”.

Sri Bhagavan aggiunse: “È da notare che solo quando si arrese e toccò i piedi del suo Guru arrivò per lui l’Illuminazione”.

“Dopo la sua Illuminazione, Namdev tornò a casa sua e per alcuni giorni non andò al tempio di Vitthal, sebbene fosse sua abitudine visitare ogni giorno Vitthal e trascorrere la maggior parte del tempo con Lui. Dopo alcuni giorni, Vitthal stesso andò a casa di Namdev e con animo ingenuo chiese perché Namdev l’avesse dimenticato e non gli facesse più visita. Namdev rispose: ‘Non mi prendi più in giro, oh Signore! Io adesso so. Dov’è il luogo in cui Voi non siete?’

Vitthal disse: “Ora vedi la Verità. Ecco perché dovevi andare da un Saggio per quest’ultima lezione”.

Sri Bhagavan selezionò questa storia per sottolineare che anche se si è amico di Dio, l’illuminazione si ottiene solo se si è in contatto con un Saggio/Santo.

Verso n. 3:

3. Quando si è imparato ad amare la compagnia dei Saggi, quale necessità hanno tutte le regole di discipline? Quando soffia una piacevole fresca brezza, a cosa serve il ventaglio?.

Disse Sri Bhagavan: “Quando ero sulla collina era solita venire Chellamma (figlia di Echamma), assieme alle sue compagne di scuola della stessa età. A volte portavano le loro bambole per celebrarne i matrimoni. Altre volte portavano riso, dhall ecc., lo cucinavano, lo mangiare e ne offrivano a me.

“Echamma ogni tanto digiunava e anche sua figlia Chellamma cominciò a digiunare con la madre. Ma allora Chellamma era molto giovane e soffriva per il digiuno. Echamma mi ha mandato del cibo attraverso sua figlia e un giorno Chellamma mi ha portato cibo anche se il quel giorno stava digiunando. Come potevo mangiarlo mentre lei digiunava? Le dissi che, dato che era giovano, non avrebbe dovuto digiunare, e in qualche modo prevalse il lei la decisione di mangiare. Il giorno seguente, mentre stava venendo sulla collina col cibo, trovò un pezzo di carta. Sembrava vi fossero scritti alcuni versi in sanscrito e allora portò lo scritto a me per mostrarmelo. Vidi che vi erano scritto un verso. Dissi: ‘Guarda, c’è scritto la stessa cosa che ti ho detto di ieri’. Mi chiese di tradurglielo e lo feci. Da allora abbandonò il digiuno. Aveva grande fede in me”.

Versi n. 4 e 5:

4. Il calore è superato dalla luce fredda della Luna, il bisogno è superato dall’albero che soddisfa i desideri, e il peccato è superato dai santi fiumi Gange. Questi tre – calore, bisogno e peccato – fuggono alla vista augusta del Saggio senza pari.

5. Fiumi santi che sono solo acqua e statue di dèi fatti di pietre e metallo non sono così potenti come i Saggi. Essi rendono qualcuno puro nel corso di un molto tempo, mentre gli occhi del Saggio attraverso un semplice sguardo rendono puri immediatamente.

Sri Bhagavan una volta disse: “Un giorno stavo uscendo dallo Skandashram. Quel giorno Chellamma teneva in mano un pezzetto di giornale e imparava a memoria una canzone dallo Yoga Vasisht che lodava i vantaggi del satsangha (stare in compagnia di un Saggio/Santo):

“Rimanendo in contatto con i Santi l’imperfetto diventerà perfetto, il pericolo diviene la buona fortuna e l’infausto diventa fausto. Per coloro che si sono bagnati nei Gange della comunione con tali anime realizzate, homa (cerimonia in cui si gettano le offerte nel fuoco), yagna (offerte, sacrifici, adorazione), penitenza, elemosina, bagnarsi nei fiumi sacri, sono tutti non necessari. Cercate quindi, in ogni modo, la compagnia dei Saggi, che è la barca che trasportare qualcuno sull’oceano di nascita e morte”.

(da Meetings with Sages and Saints)