riflessioni sul Sé 7

A un certo punto l’Essere-Coscienza è dubbioso tra il no-mind e i pensieri. Poi vede che tutti si identificano coi pensieri e alla fine lo fa anche lui – potete trovare questa memoria nei vostri ricordi. Allora sopraggiunge la considerazione ‘cogito ergo sum’ (penso quindi sono), ma quel ‘sono’ si riferisce ahimè alla nascita del piccolo ego, che apre la stagione del dolore, cioè dell’identificazione con l’infimo, limitato, perituro non-Sé.   Continua a leggere →

devi stare nell’essere, non nel fare

Devi stare nell’Essere, non nel fare. Tuo è il reame dell’Essere e della Coscienza, il fare appartiene all’ego. Non appena gestisci anche solo un pochino di fare già sei nell’ego. È vero, visto dall’esterno sembra che lo jnani agisca come qualsiasi altro essere, ma ciò non è interiormente. Egli è abbandonato al Sé (all’Essere-Coscienza), e le sue azioni sono opera di Shakti, il Potere Superiore che governa Maya.   Continua a leggere →

mantenere l’attenzione sull’Essere-Coscienza

Mukti — Amare, Prendere Rifugio, Associarsi ai Saggi, Rimanere nel Cuore, Assorti, Identificati, Uniti, Arresi, Ricordare, Adorare, Dimorare, Riposare, Devozione, Servire, Riunire, Contemplare, Essere, Scomparire... Come nella preghiera di Dhruva nel libro IV dello Shrimad Bhagavatam: “Possa io ricordare sempre il Signore, poiché solo vivendo continuamente nella Coscienza di Dio un uomo può essere liberato dalle illusioni del mondo”. Una Grazia ❤ Sergio — Quando si mantiene l’attenzione Continua a leggere →

il vero io

Quando l’aspirante tocca con l’attenzione il Vero IO, ci si sente come toccato al Cuore. ‘Essere toccati al Cuore’ è un modo di dire perché non si sa come dirlo meglio. Provo a spiegarlo: è Pura Identità, è il più Intimo e Vero, è tutto e l’unica cosa che c’è, è al di là della creazione. È Essere-Coscienza, e quando ti senti toccato e capisci che Quello sei tu, si apre un oceano di Beatitudine. Se invece non ti senti toccato nell’Identità (che è in Sushumna nadi), rimane Continua a leggere →

l’io, che è il sé, diviene ego nella testa

L’IO è Essere-Coscienza. È infinito, senza forma, è eterno ed è quello che siete veramente voi. Com’è allora che vi sentite un essere mortale, con un corpo, che abita in un certo luogo, in un certo tempo ecc.? Perché questo IO, che è nel petto, sale nella testa e lì trova tutti i concetti o aggregati di questi. Come la luce di un proiettore l’IO passa attraverso questi concetti, che sono come fotogrammi, e proietta un mondo finito al quale vi identificate. Quando ad esempio Continua a leggere →

quando un realizzato sbaglia

Tutti pensano che se uno è realizzato non dovrebbe più commettere errori, almeno nelle relazioni. È vero? Vediamo la cosa più da vicino. Viene indicata come realizzazione la perdita dell’identificazione con l’ego personale e la contestuale identificazione nell’Essere-Coscienza impersonale universale. A questo punto avete 2 possibilità: 1. Il realizzato è un perfetto, di quelli che le scritture chiamano ‘i due volte liberati’, cioè esseri che non hanno più impressioni mentali Continua a leggere →

l’evoluzione della coscienza dell’aspirante

A grandi linee, l’evoluzione della coscienza del ricercatore spirituale che pratica una sadhana valida dovrebbe essere questa: 1. Diventa sempre più sensibile sul piano sottile; il che significa anche: sempre più capace di individuare i processi mentali. 2. A un certo punto si imbatte nel vuoto/nulla senza essere del piano causale. C’è chi lo passa velocemente e chi vi rimane a lungo. In questa fase può avere anche dei samadhi, ma quello che realizza è questo vuoto/nulla senza Continua a leggere →

Confusione tra piano causale e Sé

Risposta ad un sadhaka: Questo Vuoto o Nulla dove tutto scompare, foriero di tanta desolazione, è il piano causale, non è il Sé! L’aspirante può anche avere una esperienza diretta, ma poiché si trova al livello di dover passare il piano causale, ha come realizzazione che non c’è nulla, non solo non c’è il mondo, ma non c’è Essere. Proprio qualche giorno fa ho ricevuta la lettera di un aspirante che mi testimoniava un samadhi profondo in cui per la prima volta aveva sperimentato Continua a leggere →

Non mollare l’io nemmeno per un secondo

— Caro Sergio, eccomi qua. È bastato leggere il tuo post per ricadere nel Cuore (posso continuare a chiamarlo così?). Ed è stato un continuo entrare ed uscire. Appena mi accorgevo che ne ero uscita, richiamavo la sensazione di io, e mi ritrovavo in questo stato di gioia. Questa mattina riparto nella stessa maniera. È così semplice che non capisco come mai talvolta non ci riesca e come mai certe situazioni ed emozioni mi riportino fuori. — Avviene proprio così al tuo livello. Entrare Continua a leggere →