riesci a stare nell’Io-Sé?

— Riesci a stare nell’Io? — Si, ma non sempre. — Hai desideri? Ci pensa… — Solo uno, quello di non avere più desideri, di essere senza mente. — Chiediti: “Chi desidera di non avere più desideri?”, e dimmi che cosa emerge dalla domanda. — Mi viene: Io. — Chi sei tu? — Il Puro Essere. — Stai nel Puro Essere (aspetto)… Com’è stare nel Puro Essere? — Pace. — C’è qualcosa fuori da te? — No. — Ci sono desideri? — No. — Rimani così nell’Essere Continua a leggere →

Io Sono Quello

M. — Osservo i pensieri che si accavallano cercando di includere sia la mente osservante che i pensieri. Spesso non sono presente, però il fatto è osservato e questo porta a una sua consapevolezza. Soham (Sergio) — L’osservazione è buona. Prova ad aggiungere il “Chi sono io?”. Ti poni la domanda: “Chi sono io?” e attendi a vedere cosa succede. Ciò che attendi non è una risposta mentale, tipo “Sono l’eterno Brahman” e simili, ma l’essere risucchiato nella consapevolezza Continua a leggere →

la pratica del samadhi

— Ho letto e riletto il tuo scritto. Sciogliere le vasana è il punto per me che fluttuo proprio per la forza che hanno. Ieri è sorta tristezza per non poter partecipare alla cena di prova del ristorante per il ricevimento del matrimonio di mia figlia. — C’è un solo modo per sciogliere le vasana (spinte mentali): la pratica del samadhi. Gli stati emotivi altalenanti si basano sull’illusione di essere la persona e di possedere le cose che la persona crede di avere. Ma la vita è assai Continua a leggere →

vida o muerte

— Per te è finito il tempo del mind clearing. Il mind clearing che hai abbondantemente fatto, ha avuto il buon effetto di calmare la mente e guadagnare un buon distacco da essa. Ma questo non garantisce per niente il salto identitario; puoi continuare a dare attenzione alla mente all’infinito, con l’ego sempre al suo posto. Ora devi fare il salto identitario. E il salto identitario si realizza mantenendo sempre l’attenzione sul Soggetto Ultimo, senza schiodarla più da là. All’inizio Continua a leggere →

Dio è colui che vede – 2

Dio è colui che vede, il Percipiente. La tecnica dell’autoindagine insegnata da Sri Ramana è il cosiddetto questioning: “Chi sta avendo questo pensiero? Chi vive questa emozione? A chi sta capitando questo evento?”. Ciò porta l’attenzione al Percipiente, cioè a Dio, invece che al personaggio del sogno di Maya. La consapevolezza di essere il Percipiente si sviluppa molto bene nell’aprirsi e aprirsi del lasciare andare le impressioni che appaiono. Quando Chi vede, il Percipiente, diventa Continua a leggere →

la funzione del testimone

Se non si riesce a mantenersi nel Sé, allora la meta dovrebbe essere quella di mantenersi nel Testimone ‘senza interruzioni’. E non si pensi che non siano necessarie sedute di meditazione formale nelle quali è possibile raggiungere bel altra profondità che durante le attività quotidiane – come ad esempio testimoniare quando ci si addormenta. Il Testimone svolge una implicita funzione ‘neti’ (io non sono questo), e quando è stabile allora alla mente compare il Sé – e da qui spiegherò Continua a leggere →

la pratica del “questo è me”

— La pratica del “Questo è me” inizialmente mi ha portato vicino alla verità, ora sta facendo emergere tutto quello che vedo come diverso da me. A volte la mente, ripetendo “questo è me”, crea uno stato d’ansia che poi si rivela come un conflitto interno verso ciò che non riesco a vedere con equanimità. — Questo succede quando la Presenza Mentale si indebolisce. Allora fa’ un passo indietro e assumi la posizione del puro Testimone senza far niente. Inoltre, quando ne senti Continua a leggere →