manifesto e immanifesto: cerca un punto d’incontro permanente

Shambhuananda — Ieri stavo conducendo un’esperienza e ho visto tanto tanto dolore nelle persone. Verso la fine ho riconosciuto la determinazione di alcuni, ma anche il mare di sofferenza in cui sono ancora immersi. Ho sentito sorgere impotenza e alcune lacrime sgorgare dai miei occhi mentre rientravo dal bosco. Nel giro di pochi passi ho riconosciuto la Perfezione del Sé, ho accolto l’impotenza, l’ho amata, così come la sofferenza di quelle persone, e la Beatitudine è tornata profonda. Erano Continua a leggere →

scenari distopici 2

— Sollecitata dalla tua domanda mi rendo conto di essere spesso in un’identità ordinaria che vede il mondo ‘fuori’... Me ne rendo conto e mi dispiace. C’è la comprensione intellettuale della verità, ma un’abitudine mentale che si ripropone. Se interiormente non incorro nell’odio degli artefici dei progetti distopici, è comunque molto sottile il confine, anche in termini di tempo dedicato alle notizie rispetto a quello dedicato all’interiorità. Sento che è un momento molto delicato, Continua a leggere →

bhakti è il terreno senza il quale il seme di jnana non può germogliare!

Jnaneshwar poneva bhakti come precondizione a jnana. Vi sono buoni motivi per questo. Il potere di bhakti di dissolvere la separazione e irrinunciabile per un aspirante jnani, così come il potere di conferirgli la leggerezza dell’umiltà, ‘una matitina nelle mani di Dio’, che jnana da solo non può realizzare. I due approcci, bhakti e jnana, si complementano; ciascuno dei due può raggiungere il completamento solo grazie all’altro e viceversa. Vi mostro un esempio. Poonja (Papaji) era Continua a leggere →

il madornale errore di credere che la liberazione sia un determinato stato di coscienza

La stragrande maggioranza della spiritualità ci induce capire che la Liberazione sia uno stato di coscienza. A partire da Patanjali: tu fai yama e niyama, poi fai le asana, poi il pranayama, fai il ritiro dell’energia dagli organi di senso (pratyahara), fai la concentrazione (dharana), poi accedi alla meditazione (dhyana), poi accedi al samadhi, prima sabija (con oggetti e concetti) poi nirbija (senza oggetti né concetti), e dopo un certo tempo di nirbija ottieni la liberazione. Cosa capisce Continua a leggere →

contemplazione del creato versus consapevolezza del nulla

Per molte scuole spirituali, soprattutto quelle che praticano un ferreo neti-neti (non sono questo non sono quello), le due cose restano una dualità inconciliabile. Esse dicono: “Non c’è nulla, e l’amore e la beatitudine sono ancora stati mentali”. Dicono così perché a loro manca un pezzo… In realtà la contemplazione estatica del creato e la consapevolezza del nulla sono la stessa cosa e proverò a spiegarlo. Il realizzato sa che nulla accade e che la creazione è soltanto Continua a leggere →