tutto ciò che ti appare è te

Carissimo, non so come sia andata la pratica del sentire che Dio ti vuole bene; se non me ne hai parlato, forse non è stato un successone.

Ti propongo un altro modo, probabilmente più adatto a te: senti che tutto ciò che ti appare è te; tutto, sia sul piano fisico che mentale. Non seguire per questo le varie teorie new age, come ‘la legge di attrazione’ e vie discorrendo, sono un adattamento grossolano della verità all’ego, che è di per se stesso falso, e dunque sono una truffa, libri per fare cassetta.

Quel che succede se continui a vedere che tutto ciò che ti appare – che appaia attraente o doloroso – sei tu è che dopo un po’ emerge in te la compassione (come quando ti ricordi da bambino) e allora ti reintegri: sempre meno separazione. E la bellezza di Dio, che è non-separazione e amore, risplende.

Ti allego un passo di Lucille:

Partecipante: Quello che dici ha senso intellettualmente, ma in pratica sento ancora che le cose sono separate da me. Ad esempio, che questa sedia mi sembra separata da me.

Lucille: Toccare la sedia con le mani e, senza dare alcuna interpretazione alla tua esperienza, chiediti se quella sensazione, qualsiasi cosa sia esattamente, è separato da te, qualsiasi cosa tu sia. La risposta ovviamente è: No! È molto semplice… Ora trasferisci questa comprensione a tutte le percezioni sensoriali e chiediti di nuovo se hai mai veramente sperimentato qualcosa che fosse separato da te.

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Vi sono varie porte alla realizzazione, questa è una. Tu devi lavorare sulla tua separazione dalla vita, altrimenti nei ritiri sei nella grazia del samadhi e quando torni alla vita sei nel dolore. Tale dolorosa dualità ti porterà a invalidare o sminuire le tue esperienze spirituale e il maestro deve correre a mettere i puntelli.

Prova ad adottare questo approccio e fammi sapere.

Commento di Roberta Gamba:
Spiegai una cosa simile a R. quando meditammo insieme. Le dissi che se non nominiamo mentalmente il tipo di percezione e la cosa percepita, la sensazione è sempre di Unità, sia che si trattasse di un singolo oggetto che del Tutto.
Quando crediamo nella separazione, non vediamo l’armonia del sempre nuovo. Restiamo sempre coinvolti con le vecchie memorie, proiettando continuamente un mix di idee preregistrate sul vero. Quando finalmente arriviamo alla comprensione che non esiste una percezione uguale a un altra, e che tutto accade allo spazio neutro della consapevolezza, allora si comprende il significato del ‘qui e ora’.

 

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