contempla che non c’è niente da fare!

Contempla che non c’è niente da fare!

Le persone si svegliano la mattina e sentono subito che c’è da fare questo e quello; abituati a considerare che non c’è niente da fare.

In ciascuno albergano due esseri. Uno bisognoso e desiderante, che essendo continuamente impegnato nella sopravvivenza, ha sempre un sacco da fare. L’altro è il Sé: eterno, pieno di beatitudine, bastevole a se stesso, che è Non-Azione in nuce.

Il primo è virtuale… Ma sapete bene che quando vi si è identificati si diventa, ahimè, quello. L’altro è il vero Sé.

Ma bisogna darsi il tempo di abituarsi a tale cambiamento assoluto: dal sé bisognoso e desiderante che teme sempre di soccombere, al vero Sé immortale.

Come si fa?

Il primo stadio della ricerca spirituale è quello di scoprire questo il Sé. È piuttosto concitato e richiede sforzo. Quando grazie a questa prima fase il vero Sé diventa abbastanza accessibile, allora bisogna dimorare nel Sé il più che si può, affinché il cambiamento che ho menzionato possa completarsi pienamente.

È una fase assai diversa da quella in cui si va a caccia di esperienze dirette. Alcuni tardano a comprenderlo; spero che il mio post sia loro d’aiuto.