la pratica avviene in qualunque momento

— L’altro giorno sono capitati degli episodi che hanno fatto riaffiorare la paura.

All’inizio sono stati episodi esterni e poi è riapparso un dolore fisico che ho avuto tempo fa, e anche questo ha portato alla paura del dolore, alla comprensione sempre più profonda che il corpo è solo un veicolo.

Ho lasciato che la paura mi attraversasse, l’ho osservata mentre facevo la sadhana, osservavo quanto mi prendeva andando sempre più in profondità, sentivo di non perdere l’occasione di osservarla, e ad un certo punto non era più la paura legata a qualcosa di particolare: è arrivato il pensiero di una paura “primordiale”… anche se non so esattamente cosa possa significare. Il corpo si è messo spontaneamente in posizioni rannicchiate come la posizione yoga del bambino.

Mi capita inoltre, sempre più di frequente, di svegliarmi di notte o di pomeriggio e osservare che la mente ricostruisce il giorno, l’ora, cosa devo fare… Poi tutto torna alla memoria.

Posso dire che non esiste più un orario per la pratica, ormai avviene in qualunque momento e lascio fare – tranne quando sono con altri ovviamente.

— Meraviglioso…