il turiya di Siddharameshwar e il turiya di Ramana hanno due significati diversi

Shivananda: — Non so rispondere all’interessante riflessione che poni sul tuo ultimo post ‘Upadesa Manjari’. Secondo la mia esperienza tutto il processo spirituale sembra avvenire in modo naturale in seno allo stesso Sé. Quando Siddharameshwar dice: “Lo jnani che si è fermato alla conoscenza del Sé è sottosviluppato”, sembra riferirsi ad una conoscenza puramente intellettuale, se è così in effetti è difficile immaginare cosa intenda per Turiya. Soham: — Il Turiya cui si riferisce Continua a leggere →

le fasi del ciclo dell’evoluzione della coscienza sono diventate contemporanee

Mukti: — Condivido alcune riflessioni che la mente fotografa da qualche giorno. Anche la Consapevolezza e la Conoscenza sono frutto di un moto creativo. Per questo quando si riassorbono il cerchio è chiuso. Ultimamente c’è il riconoscimento di essere già stata ‘a questo punto’. Soham: — Sì, anch’io ho questo sentire. Credo derivi dallo stare ogni notte nel sonno profondo senza sogni. Non si dice forse che lo jnani è sempre nel sonno profondo? Mukti: — Allora, riassorbita Continua a leggere →

vivere nello stato di non separazione

A un certo punto non puoi dare nessun nome al Sé, perché è oltre qualsiasi concetto. Puoi però chiamarlo ‘stato unitivo’. Quindi il Sé è essere Uno col momento presente così come appare nella sua specifica configurazione, con sempre minore attenzione alla specifica configurazione e sempre maggiore attenzione all’Uno, così che i momenti diventano un Unico Eterno Presente. Poi il concetto di tempo svanisce del tutto e non rimane nemmeno il senso di un eterno presente. Non importa Continua a leggere →

l’ombra

— Caro Soham, ho incontrato il mio ego in sogno. Ho avuto paura perché non ci volevo entrare, so che è ancora lì. Era come in uno spazio nero, una forma non forma, un’energia, non so nemmeno come spiegarla. Infatti poi mi sono svegliata con dei pensieri, paura, panico, pensieri irrazionali, ma poi sono tornata in me. — Quella è l’ombra junghiana. È solo un fantasma. Fai intenti di divenire Uno con essa finché non scompare. La persona vuole vedere solo le cose che le piacciono, Continua a leggere →

devi porre nella tua coscienza il seme del concetto di assorbimento

— Devi porre nella tua coscienza il seme del concetto di Assorbimento. È una porta naturale che per adesso non è presente nella tua coscienza, che si aprirà e ti porterà oltre i pensieri, cioè oltre la mente, il che è ‘naturale’. Assorbimento significa stare nello stato unitivo consapevoli del Nulla, che questa volta è anche contemporaneamente Amore e Grazia, perché è la libertà insita in tutte le creature del sogno della creazione. “Meraviglia delle meraviglie, tutto è puro Continua a leggere →

chi sei tu adesso?

— Tutte le volte che ti ho chiesto mentre eri in samadhi, o quando ti ho riportato con la memoria a un momento in cui eri in samadhi; tutte le volte che ti ho chiesto “Chi sei tu adesso?”, mi hai risposto “Avrei bisogno di un termine di paragone per dirlo”; questo ovviamente fino all’ultimo colloquio, bisogna vedere se ora il tuo punto di vista è cambiato. Ogni volta, ti ho ribadito che non c’è bisogno di alcun paragone. Devi solo vedere se c’è dualità o no, punto. Comunque, Continua a leggere →

due giorni dopo

Due giorni dopo aver ricevuto la pratica di fare un intento di diventare Uno con l’Io (vedi post “Il Guru viene prima di Dio”), l’allievo scrive al Guru: — Avrei una curiosità. L’altro giorno hai accennato ai sette livelli evolutivi menzionati dal Sanatana Dharma. Potresti dirmi dove posso trovare questi materiali? — Come sta andando la pratica? — Non benissimo, nel senso che ieri e oggi sembra difficile stare con l’io e provare ad unirmici. — Possiamo provare insieme al Continua a leggere →

il Guru viene prima di Dio

Il Guru fa comprendere all’allievo che ha avuto un’esperienza del sonno profondo consapevole e si congratula con lui. L’allievo però resta freddo perché ritiene che si tratti di un’esperienza breve, mentre lui vorrebbe rimanere sempre nel Sé. Poiché tale risposta alle parole dell’insegnante si è ripetuta più volte, il Guru lo rimprovera di non dargli fiducia, senza la quale non può aiutarlo: — Quando eri nel sonno profondo consapevole ti lamentavi forse che fosse un’esperienza Continua a leggere →

kensho e realizzazione

— Sto comprendendo che la realizzazione è una presa di coscienza. In tutto questo però leggo che Ramana aveva come Papaji la capacità di illuminare le persone con il tocco. Ma quindi quello è uno step di realizzazione superiore? — Alcuni maestri hanno il potere di indurre un ‘risveglio’ in allievi pronti a riceverlo. Si tratta di un kensho, come si dice nello zazen, ossia di una prima esperienza diretta temporanea, non della realizzazione. Quella ognuno se la deve conquistare da Sé. Continua a leggere →