RITIRO LUNGO – REPORT 6

Ho iniziato il ritiro lavorando sul koan ‘Trova l’Amore’.

Inizialmente mi ha condotta in uno stato di beatitudine e apertura, ma ben presto hanno cominciato ad affacciarsi alla coscienza tutti i contenuti mentali e ricordi e situazioni vissute nei quali l’Amore è stato frustrato. Nucleo di questa frustrazione è stata la famiglia. Vengo da una famiglia nella quale i valori erano la cultura intellettuale e la praticità: io ero spacciata. A me interessava solo ascoltar la mia anima e ciò che la nutriva, non mi interessava lo studio e non ho mai avuto attitudini pratiche. Nella mia famiglia le manifestazioni di amore erano tabù, non ci si abbracciava, non ci si baciava e non ci si diceva nemmeno “ti voglio bene” o altre tenerezze del genere. Spesso l’unica occasione per avere un contatto con mamma era rifugiarsi dietro la sua sottana per sottrarsi alle sberle di papà. Sono rimasta a lungo nel brodo del dolore per la violenza che ho fatto a me stessa nel tentativo di integrarmi con la famiglia.

Il secondo giorno ho contattato uno dei traumi più profondi nella mia storia: la morte di mio fratello, che era l’unico, come me, che sfuggiva alle logiche familiari e con il quale fosse possibile avere un rapporto d’amore. Mi sono abbandonata al trauma e ho permesso di vivere tutti gli aspetti mentali ed emozionali che erano stati trattenuti allora. In seguito, piano piano, si sono presentati contenuti via via più leggeri e ho osservato come, naturalmente, avvenisse un mind clearing: apparivano grappoli di impressioni mentali, che sarebbero stati troppo lunghi da descrivere a parole in diade; spontaneamente vi portavo l’attenzione lasciando che scorressero velocemente nella mia coscienza, considerando implicitamente la loro natura, osservando cioè che si trattava di sole impressioni mentali. In un attimo svanivano e io, che iniziavo il mio turno di diade con un peso sul cuore che sembrava infinito e un pianto inconsolabile, finivo il turno di cinque minuti nella calma dell’Essere.

Procedendo in tal modo, ben presto la mente si è trovata ad essere vuota di contenuti. Ma io non avevo ancora trovato l’Amore. Nulla, non c’era nulla: il deserto senza spinte, né gioia né dolore, e il mio koan sembrava del tutto privo di significato. Ho scelto allora di cambiare koan e lavorare con “Stai nel Silenzio”.

Ebbene: cercando l’Amore ho incontrato il Silenzio e stando nel Silenzio ho trovato l’Amore. Infatti entrando e dimorando nel silenzio, sono arrivata a una profondità nel Percipiente – silenziosa, senza spinta né attrazione – ma anche aperta e piena di amore. Non l’Amore delle prime esperienze dirette, incontenibile e potente. Più una condizione di apertura silenziosa, di gioia sottile o anche di deserto, ma un deserto piacevole. L’ultimo giorno l’energia era invece molto alta e progettuale, come se spontaneamente si fosse delineato un percorso dalla superficie alla profondità e ritorno. Senza spingere né volere nulla.