l’innocenza dello stato naturale

Il post ‘uno con tutto vs. uno e solo’ ha creato confusione, anche se avevo precisato che non erano assoluti. Infatti sono considerazioni che avvengono quando c’è ancora un concetto di ‘io’, anche se non più personale; poi spariscono nell’INNOCENZA della presenza, cioè nella realizzazione, che non è uno stato da filosofi.

Spero di renderla chiara con questo passo dai Satsangha di Francis Lucille:

Lucille: — Di solito vogliamo avere un risultato visibile, vogliamo essere presenti quando si verifica il risultato, vogliamo un oggetto. Osservate questo meccanismo: se le cose accadessero così, la liberazione della tensione non sarebbe altro che un ulteriore oggetto, l’illuminazione stessa sarebbe un altro oggetto, un’altra aspettativa [e difatti è così che l’immaginano i non illuminati; immaginano che si ottiene qualcosa – N.d.T.].

Noi siamo già luce. Chi sta vedendo queste parole in questo momento è la luce stessa. Siamo già luce e lo siamo sempre stati. Abbandona ogni altra cosa, il corpo, i sensi e la mente; abbandona tutto a questa luce, attimo per attimo; non desiderare che il corpo, i sensi, la mente e il mondo si evolvano seguendo qualche direzione preferita. Il nostro desiderio che la situazione si sviluppi in una certa direzione è esso stesso parte della situazione: è proprio questo desiderio che deve evolversi, liberarsi.

Abbandona corpo, pensieri e sensazioni alla coscienza in cui appaiono attimo per attimo. Accogli ogni sentimento, sensazione e percezione con questa benevola indifferenza. Continueranno a presentarsi ancora per qualche tempo, ma che importa? Ciò che è davvero presente è la tua presenza, invisibile eppure inevitabile, autoevidente, perpetua.

Stai semplicemente nel non-conoscere. Attimo per attimo dimentica ciò che era presente l’attimo prima. Lascia che vada. Non aggrapparti a niente, a nessun metodo, pensiero, sentimento, sensazione fisica o percezione sensoriale. Lascia che fluiscano. Assicurati che a livello del corpo non ci sia qualche sottile aspettativa, che qualche sensazione che non ti piace si stia evolvendo nel modo in cui vorresti tu.

Partecipante: — C’è una grande libertà nel ‘Io non so’. È un tale sollievo smettere di sapere.

Lucille: — È magnifico! Siamo innocenti come bambini, liberi dal passato, liberi dal conosciuto, liberi dalla prigionia. Quello che nasce da questo non-conoscere è miracoloso, possiede un profumo. Quando viviamo nel non-conoscere, quello che diciamo non ha senso per chi vi cerchi una logica. Potresti dire che non sai quando sai, e che sai quando non sai.

Quando siamo nel non-conoscere, siamo sulla soglia dell’Assoluto. Da lì, ci arriva tutto ciò che ci serve in qualsiasi momento. Se abbiamo bisogno di conoscenza e intelligenza, l’avremo; lo stesso vale se abbiamo bisogno di amore o bellezza; se non ci serve niente, non riceveremo niente. Siamo in contatto con la radice di tutto, siamo quindi in totale armonia. È per questo che ci colpisce l’innocenza, ad esempio quella di un cucciolo d’animale.