ritiro di maggio – report 4

Questo aspirante,
che entra facilmente nello stato unitivo (samadhi),
ha cominciato a sperimentare la coscienza desta durante il sonno.

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“Come nel ritiro precedente, l’amore è stato al centro della pratica.

A marzo con il koan ‘Ama ciò che appare nella coscienza’, questa volta con la pratica di Ho’oponopono.

Il Maestro ha suggerito, a me e ad altri, di fare questa pratica per tutta la prima giornata di ritiro allo scopo di fare emergere emozioni bloccate, eventi non accettati o giudizi negativi su noi stessi o su altri.

La pratica consiste nel perdonare e perdonarsi, chiedere scusa a se stessi e ad altri, ringraziare e manifestare il proprio amore. Va fatta ‘sentendo’ quanto ciò che si afferma interiormente corrisponda a verità: può capitare che non si riesca a chiedere scusa a chi riteniamo ci abbia ferito oppure a perdonare se stessi per carenze, difetti, sensi di colpa.

L’effetto che la pratica ha avuto su di me è stato quello di una profonda ‘pulizia’ dai pensieri, poiché uno degli aspetti più critici della mia attività mentale è quello di una sottile ostilità verso me stessa sotto forma di scoraggiamento e disistima.

Il secondo giorno il koan concordato con il Maestro è stato ‘Diventa Uno con la Consapevolezza’.

Per evitare che la pratica potesse irrigidirsi in una fredda ricerca ‘ginnica’ dell’Unione con il Sé, il Maestro mi ha anche suggerito di trovare un modo per continuare a mantenere una connessione con il cuore. Io ho sentito che sarei stata facilitata dal dedicare la mia pratica, all’inizio di ogni sessione, ad una persona amata. Così è stato veramente facile mantenermi aperta, e sia la meditazione in diadi che quella individuale sono state molto intense: in alcuni momenti di profondo silenzio provavo beatitudine in ogni cellula del corpo.

Durante il riposo pomeridiano, che avveniva subito dopo la meditazione individuale, ho cercato di mantenere la consapevolezza durante il sonno. Ero profondamente rilassata ma ‘PRESENTE’ e quando ha suonato la sveglia ho avuto l’impressione che fossero passati pochi istanti.

Questa ‘contrazione del tempo’ l’ho vissuta anche durante alcune diadi tanto da chiedere al partner se per caso mi fossi addormentata…

Sono quindi grata al Maestro per la minuziosa attenzione al modo di praticare di ogni partecipante, anche mettendo continuamente a punto per ognuno i koan più efficaci.

E poi ancora gratitudine per l’amore continuamente manifestato dal Maestro e da Annapurna che ogni volta ci circonda con il calore della sua accoglienza.

❤”