sei haiku di Jorge Luis Borges tradotti in italiano

Il grande autore argentino ha scritto diciassette haiku. Ho tolto quelli romantici che non appartengono alla visione priva di ego dell’haiku, il cui unico intento è mettere in risalto l’essenza vacua della creazione – vacuità non in senso nichilista; come ho avuto modo più volte di ribadire si tratta di una vacuità ‘piena’. Ne sono rimasti sei, bellissimi…

Algo me han dicho
la tarde y la montaña.
Ya lo he perdido.

Mi han detto qualcosa
la sera e la montagna.
L’ho già perso.

*   *   *

¿Es o no es
el sueño que olvidé
antes del alba?

È o non è
(esiste o non esiste)
il sogno che ho dimenticato
prima dell’alba?

*   *   *

En el desierto
acontece la aurora.
Alguien lo sabe.

Nel deserto
avviene l’aurora.
Qualcuno lo sa.

*   *   *

La vasta noche
no es ahora otra cosa
que una fragancia.

La vasta notte
adesso non è altro
che una fragranza.

*   *   *

El hombre ha muerto.
La barba no lo sabe.
Crecen las uñas.

L’uomo è morto.
La barba non lo sa.
Crescono le unghie.

[Lo haiku usa molto i paradossi per sgretolare i concetti della mente. Qui si usa come paradosso il fenomeno biologico per il quale, dopo la morte, capelli ed unghie continuano a crescere per due o tre giorni. Rimando al film “L’uomo che non c’era”]

*   *   *

Bajo el alero
el espejo no copia
más que la luna.

Sotto la grondaia
lo specchio non copia
nient’altro che la luna.