Srimad Bhagavatam

Ringrazio Sri Jnanananda per avermi segnalato i seguenti dei versi

Canto 1, Cap.7, Verso 22:

Arjuna disse: O Sri Krishna, mio Signore, Tu sei Dio, la Persona Suprema e onnipotente, le cui molteplici energie non conoscono limite. Tu solo, dunque, puoi dissipare ogni paura dal cuore dei Tuoi devoti. In Te soltanto gli esseri prigionieri del fuoco delle sofferenze materiali possono trovare la via della liberazione.

Spiegazione

Arjuna conosce bene le qualità trascendentali del Signore, Sri Krishna, perché ha avuto l’opportunità’ di combattere in Sua presenza durante la battaglia di Kuruksetra. La descrizione che egli da’ qui del Signore è dunque perfettamente autentica. Krishna è onnipotente, e in particolare è conosciuto come Colui che libera i Suoi devoti da ogni paura. Il devoto, sotto la protezione del Signore, ignora la paura.
L’esistenza materiale è paragonabile a un incendio nella foresta, che solo la misericordia del Signore, Sri Krishna, può spegnere. E il maestro spirituale è la manifestazione stessa di questa misericordia. Perciò ogni uomo prigioniere delle fiamme ardenti dell’esistenza materiale può con l’intermediario ‘trasparente’ del maestro spirituale perfettamente realizzato, ricevere la pioggia di misericordia del Signore. Il maestro spirituale può penetrare con le sue parole nel cuore dell’anima sofferente e comunicarle la conoscenza trascendentale, che basterà da sola a spegnere in lei il fuoco dell’esistenza materiale.

Cap.10, Verso 22:

Questo stesso Signore Supremo, nel desiderio di attribuire ancora nomi e forme agli esseri, parti integranti della Sua Persona, li affida, con la Sua propria potenza, alle cure della natura materiale quando le conferisce di nuovo un potere creatore.

Spiegazione

Le anime individuali (jiva), che fanno parte integrante del Signore Supremo, si dividono in due categorie: i nitya-mukta e i nitya-baddha. I nitya-mukta sono le anime eternamente liberate, eternamente impegnate in uno scambio di sentimenti spirituali reciproci col Signore, che esse servono con amore nel Suo regno eterno, al di là dell’universo materiale creato. I nitya-baddha, invece, sono le anime condizionate, affidate dal Signore alle cure di maya, la Sua energia esterna, per correggere il loro atteggiamento di ribellione verso il Padre supremo. Esse vivono nell’oblio della loro relazione col Signore, come parti integranti di Lui. E sotto l’influenza dell’energia illusoria s’ingannano al punto di credersi prodotti dalla materia; così diventano molto occupate in ogni specie di progetti che, secondo loro, dovrebbero portarle alla felicità in questo mondo. Si gettano a capofitto in questo lavoro insensato, ma le loro imprese, e loro stesse, saranno annientate a un certo momento per la volontà del Signore, come abbiamo spiegato nel commento al verso precedente. Ciò è confermato nella Bhagavad-gita: “O figlio di Kunti, alla fine di un’era, quando la durata della vita di Brahma (kalpa) giunge al suo termine, tutte le creazioni materiali rientrano in Me, e all’inizio dell’era successiva, quando giunge nuovamente il tempo della creazione, per la Mia potenza esterna Io creo di nuovo.” (B.g., 9.7) Il termine bhuyah, nel verso, significa “in modo ripetuto”, cioè l’opera di creazione mantenimento e distruzione si succede in un ciclo senza fine per la potenza dell’energia esterna del Signore; Egli stesso causa di tutto ciò che esiste. Ma gli esseri individuali, frammenti del Signore, che hanno dimenticato la loro dolce relazione con Lui, si vedono offrire ripetutamente l’opportunità di sfuggire alla morsa dell’energia esterna.
Per dare loro la possibilità di ravvivare la loro coscienza, il Signore ha rivelato le Scritture Vediche, che contengono le indicazioni necessarie per liberarsi dal ciclo ripetuto di creazione e distruzione dei corpi materiali e uscire dall’universo materiale, che il Signore stesso descrive nella Bhagavad-gita: “La natura materiale agisce sotto la Mia direzione, o figlio di Kunti, e genera tutti gli esseri, mobili e immobili. Sempre per Mio ordine è annientata e creata in un ciclo perpetuo” (B.g., 9.10).
In realtà, gli esseri individuali, scintille spirituali, non possiedono nomi né forme materiali, ma quando sono presi dal desiderio di dominare l’energia materiale nei suoi svariati nomi e forme, essi ricevono la capacità di gustare il piacere illusorio che procura questo dominio ingannevole, e insieme ricevono l’opportunità di comprendere la loro vera posizione alla luce delle Scritture rivelate. L’uomo insensato ricoperto dall’oblio della sua vera natura si agita continuamente per nomi e forme illusori, che finiscono col cristallizzarsi nel nazionalismo, oggi tanto diffuso. Gli uomini sono perdutamente attaccati ai nomi e alle forme materiali; essi considerano come loro realtà profonda la forma fisica che è stata loro attribuita in funzione delle diverse condizioni materiali, così come i nomi che vi si riferiscono, e ciò ha l’effetto di sviarli e incitarli a usare male le energie del Signore sotto la falsa autorità d’innumerevoli dottrine.
Le Scritture li introducono alla comprensione della loro vera posizione, ma essi si mostrano riluttanti verso questi insegnamenti dati dal Signore secondo le circostanze. La Bhagavad-gita, per esempio, è la perfetta guida per tutti gli uomini, ma sotto la morsa dell’energia materiale essi non si preoccupano di applicarne gli insegnamenti nella loro vita quotidiana. Lo Srimad Bhagavatam, che è l’oggetto di uno studio più approfondito, è destinato invece a coloro che hanno già assimilato fino in fondo i principi enunciati nella Bhagavad-gita.
Sfortunatamente le anime condizionate non sentono alcuna attrazione per queste Scritture, esse rimangono prigioniere delle grinfie di maya, e quindi del ciclo interminabile di nascite e morti.