nella mia essenza

Roberta: — Ferma e Incantata nella Mia Essenza dove in assenza di ricordo Gioisco di ciò che È.

Sergio — ‘Stare nel presente’ è ancora mente, perché non c’è nessun tempo nell’Essere-Consapevolezza, ma è un modo per fermare la mente, perché se stai nel presente fermi le spinte di attrazione/repulsione, semplicemente stai in quello che appare. Quando ciò accade, allora puoi scivolare in Sat-Chit-Ananda, la Realtà, il Brahman nirguna, l’Essere-Consapevolezza.
Anche Sri Ramana usa non di rado l’espressione ‘qui e ora’, e Nisargadatta usa l’espressione ‘sprofondare nel presente per trascendere il presente’. Significa ‘non resistere e forzare’. Lo Zen usa molto lo stare nel presente, nel ‘qui e ora’; da lì, tutto i new age che intendono che la realizzazione sia stare nel qui e ora. Una bella noia… non hai ancora visto che sei il Brahman che non è mai nato né mai morrà.
Ananta nel video (https://youtu.be/4sJQzMQN8AA) dice di essere sempre nel momento. Bisogna comprendere queste affermazioni. Lei è realizzata. Quando ti realizzi, non c’è più un io, dunque non c’è più chi resiste/forza, allora comincia la fase del sahaja yoga: tutte le impressioni sospese nella mente vengono in superficie e si autoliberano nella coscienza. Lo Dzogchen descrive bene questo processo.
Vorrei ricordare che gli jnani vengono suddivisi dalle scritture in 4 livelli, secondo la purezza della loro mente; tutti e 4 i livelli sono realizzato, ma la purezza della loro trasmissione è condizionata dalla purezza della loro mente. Io ho incontrato solo Ramana senza impressioni, persino Nisargadatta qualche volta ha detto che gli compariva qualche impressione.
Ad Ananta ne compaiono parecchie; lei dice: “Le parti inconsce vengono a galla per essere riconosciute e io mi lascio completamente attraversare da loro”. È una visione, e una trasmissione, meno matura di quella di Ramana. Se guardate il video lei in qualche modo attribuisce un qualche valore a queste parti e un qualche ‘finalità’ a quel fenomeno di autopurificazione. Ben più matura la visione, e trasmissione, di Roberta. Però anche i realizzati con più impressioni che si autoliberano servono al piano divino. Essi possono aiutare allievi per i quali l’approccio di Fabrizio potrebbe risultare troppo difficile.

Roberta — Per quanto mi riguarda stare nel presente a lungo mi ha aiutato a sciogliere memorie mentali e fisiche. La Beatitudine deve comprendere corpo e mente, l’abbandono totale non è solo psicologico.
All’inizio è sperimentato come ‘senso di essere’, poi implode e ci si trova in un assenza TOTALE di contrazioni: ogni movimento è un caldo e amorevole passaggio di energie che trovandosi libere gioiscono del loro stesso apparire.
Da tempo la mia sadhana era un vigile Essere sempre più intenso e inamovibile.
Quando si cade nell’Immobile, nell’Eterno, la ‘protezione’ è senza eguali! Ci si sente a casa e l’abbandono avviene da sé, spontaneo.
Al momento le parole sono ferme, come una barca ancorata in rada che è sempre lì disponibile… ma non sento la spinta a comunicare.
Come dice Sergio inizia una nuova sadhana ‘ininterrotta’.
Voglio porre in rilievo un punto importante, come dice Ananta in un suo video: lo Spirito deve fare la sua discesa nel Cuore per bruciare tutto al suo passaggio; un fiume in piena che acceca all’istante. Ciò, per avvenire, ha bisogno di assenza di paura.

Sergio — Sono estasiato da tale profondità _/|\_