ritiro di marzo- report 1

Bellissimo Ritiro! Sergio, Annapurna e noi…

Non facevo Ritiri da tre mesi, e la mia pratica ne risentiva. Nella vita ho fatto diverse cose da solo: da solo mi sono allenato quando praticavo certi sport, e ho anche studiato da autodidatta quando non c’erano insegnanti o scuole a disposizione per quella materia. Quindi ho una specie di orgoglio ferito quando mi accorgo che la mia pratica individuale fa un po’ acqua, è come se anche nella spiritualità – anzi soprattutto nella spiritualità – volessi dimostrare di poter far da solo.

Ma così è … senza Ritiri mi perdo un po’ per strada, anche se ogni Ritiro accresce la mia fiducia e confidenza che in qualsiasi momento il Sé c’è, e posso contattarlo se solo fermo il turbine della distrazione quotidiana.

All’inizio del Ritiro, la sera dell’arrivo, avevo questo senso di delusione per il grande rumore mentale che mi sembrava impedisse qualsiasi tentativo di dimorare nel Sé. Poi invece mi ha aiutato molto il koan che Sergio ci ha dato: “ama quel che appare nella tua coscienza”. L’istruzione di portare ‘amore’ alle cose e agli esseri del mondo – e non l’abituale ‘presenza’ o ‘attenzione’ o ‘consapevolezza’ – ha una qualità diversa, direi più ‘efficace’; questo ho sentito… anche se non suona bello parlare dell’amore in termini di efficacia.

Mi sono ad esempio accorto che in meditazione tendo a censurare molto di quello che emerge alla coscienza; ad esempio di persone su cui mi son già formato un giudizio negativo (quindi un pregiudizio), sono portato a non soffermarmi su di loro, a non dar loro attenzione. Se emergono alla coscienza, le ricaccio giù con fastidio nella mia indifferenza o repulsione. Invece portare amore incondizionato a ciò e a chi appare alla coscienza cambia proprio la qualità della meditazione! Apre un sorriso interiore di benevolenza e fa ‘clearing’ di tutte le cariche negative che emergono.

Quando nel dopo cena alla fine del primo giorno di Ritiro ci siamo seduti per fare un’altra diade seguita da un’altra session silenziosa, io ero alquanto mal disposto psicologicamente. Avevo esagerato a tavola anche se sapevo bene che non avrei dovuto mangiare troppo, e mi dava fastidio il mio pentimento ritardato per tutto quel lavorio gastro-intestinale che mi disturbava e che sapevo bene mi avrebbe provocato torpore durante la meditazione. Alquanto abbattuto per questa situazione mi ero rassegnato a condividere le mie lacrime di coccodrillo all’inizio della diade… ma poi mi sono accorto che tutto il disagio fisico e psicologico che provavo in quel momento era, in un certo senso, accolto e protetto in ‘Qualcosa’ di più grande e più morbido. Sono rimasto in silenzio per tutta la diade, e anche nella session silenziosa ho assistito, con pace e equanimità, a tutto ciò che rumorosamente succedeva nello stomaco e nell’intestino, senza colpi di sonno, senza sofferenza. Ero passato ad un altro stato, si era verificato qualcosa che mi sembra si chiami ‘shift’, una specie di spostamento di coscienza.

E così è andata avanti anche nel secondo giorno e poi fino alla fine del Ritiro.

Grazie Sergio, e grazie Annapurna che in un Ritiro centrato sull’amore ha messo tutto il suo cuore e devozione nell’ospitalità, nel cibo, nei canti e le preghiere.
E grazie ai miei compagni di viaggio.
Vi voglio bene ❤
Gian

Annapurna: — Mi sono commossa… Quanta fragilità ancora in me. Offro anche questo al Divino, e il sorriso torna. Grazie Gian, Namaste

Sergio: — Il miracolo che la Grazia ha prodotto è che hai dimorato nel vero Osservatore, che è il Sé. E l’hai fatto non per qualche frazione di secondo come avviene nelle esperienze dirette istantanee, ma con una certa stabilita che è auspicioso prodromo dei quella senza ritorno, cioè senza decadimento. I tuoi nobili natali si stanno rivelando ❤