San V. che vinse la paura dei dentisti

— Fino a ieri sera sono rimasto abbastanza sganciato dalla mente. Apparivano dei dolori nel corpo, li osservavo e riuscivo a rimanere abbastanza distaccato. Poi ieri ho avuto dolori al fegato e all’addome abbastanza forti, mi sono lasciato impressionare e mi sono identificato col corpo dolente.

— Tutto questo nasce da un errore di comprensione. Il dolore non c’entra niente né con l’ego né col Sé. Mi dici di quale utilità ti è stata identificarti con l’ego e col corpo? Ha forse alleviato il dolore? No! E allora perché sei uscito dal Sé?

Il Sé è quella costante che non cambia mai. È quell’eterno Essere-Consapevolezza, impersonale e universale, trascendente e immanente, che rimane lo stesso mentre soffri, mentre ti godi la Tv con tua suocera, mentre vivi in una forma umana, mentre andrai attraverso il morire, durante dopomorte ecc.

Puoi fati un test: “Come mi sento? Mi sento lo stesso che adesso vive in una forma umana, e che poi andrà attraverso l’esperienza del morire, e quindi del dopomorte; o mi sento limitato all’esistenza umana e cerco di combinare qualcosa con la spiritualità?”. Se rientri nel secondo caso allora c’è solo un’incomprensione, perché tu hai l’esperienza e la maturità per rimanere nel Sé.

Forse confondi le siddhi (i poteri) con il Sé. Poiché alcuni realizzati sviluppano la facoltà di non sentire il dolore fisico e possono farsi operare senza anestesia, si può cadere nell’errore di pensare che essere realizzati significhi non avvertire il dolore. Non c’entra un bel niente! Il Sé è l’Essere Consapevole impersonale onnipresente che testimonia tutte le esperienze, punto!

Però, ora, l’erronea comprensione si è tramutata anche in un’erronea abitudine. Per correggerla utilizza il test di prima. Senti di essere sempre Quello che adesso testimonia te nella forma umana, che testimonierà te durante il morire, durante il dopomorte ecc. ecc. Una volta conquistato tale vissuto, la stabilità nel Sé ti sarà più facile.

Chi ha detto che la paura del dentista debba farti uscire dal Sé? E che utilità avrebbe uscire dal Sé ed entrare nell’ego rispetto a quella paura? Rimani nel Sé e testimonia l’esperienza della paura, qual è il problema?

Invece hai un programma che dice: “Ho il dolore e la paura. Ciò è incompatibile col restare nel Sé. Quindi devo uscirne ed entrare nell’ego”. Pura assurdità! Come crearsi problemi dal nulla!

Per conoscere il Sole si ha bisogno di un cielo senza nuvole; ma una volta conosciuto il Sole tale conoscenza non viene perduta quando il cielo è nuvoloso. Lo stesso vale col Sé. Per conoscerlo si ha bisogno di una mente acquietata; ma una volta conosciuto il Sé, non ne perdi la conoscenza quando la mente è agitata, né c’è alcun bisogno di uscire dal Sé e rindossare gli abiti dell’ego. La mente sperimenta un attaccamento? Qual è il problema? Il Sé osserva quell’attaccamento.

Una volta che queste cattive comprensioni si risolveranno, l’attenzione si rivolgerà al Sé con più fiducia e amore e da lì partirà una relazione col Sé via via sempre più profonda e virtuosa. Chissà, forse diverrai anche un Santo.