visione grossolana, sottile e divina

Sri Ramana Maharshi, discorso 364

Il Professor Nellore chiese di vishvarupa darshana.

M.: Vishvatma darshana (il Sé universale) è vishvarupa darshana (Dio visto come universo), vale a dire: il Sé universale è il cosmo.

Sri Krishna inizia il secondo capitolo della Gita dicendo: “Io non ho forma”. Nel capitolo XI dice: “Guarda la mia forma come l’universo”. È coerente? Dice ancora: “Io trascendo i tre mondi (fisico, sottile e causale)”, ma Arjuna vede in Lui i tre mondi. Sri Krishna dice, “Non posso essere visto da uomini, dei, ecc.”, eppure Arjuna vede se stesso e gli dei in Lui. Nessuno poteva vederLo e tuttavia Arjuna era dotato di vista divina per vederlo. Non sembra un labirinto di contraddizioni?

È la comprensione ad essere erronea. Il punto di vista fisico dell’universo è assurdo, è necessaria una comprensione sottile (jnana dristi). Per questo motivo ad Arjuna fu concessa la comprensione divina. Potrebbe mai essere grossolana tale visione? Questa interpretazione vi condurrà alla giusta comprensione?

Sri Krishna, dice : “Io sono il Tempo”. Il tempo ha forse una forma?

Se l’universo fosse la Sua forma, non dovrebbe essere uno e immutabile? E perché Krishna dice ad Arjuna: “Vedi in me qualunque cosa desideri vedere?”. Ciò vuol dire che la Sua forma appare in accordo con i desideri di chi vede. Parlano di ‘visione divina’ e tuttavia dipingono la scena ciascuno secondo il proprio punto di vista. C’è il veggente anche nella cosa vista.

Cos’è tutto questo? Anche un ipnotizzatore può far vedere strani scenari. Questo però lo si chiama trucco, mentre l’altro lo si chiama ‘visione divina’. Perché tale differenza? Qualunque cosa vista non può essere reale. Questa è la verità.

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Commento di Soham

Quando ti invito a vedere che tutto l’universo sei Tu e a non perdere tale consapevolezza, devi stabilirti nella visione sottile; la visione fisica ti dice il contrario, che tutto ciò che è fuori dal tuo corpo non sei tu. Quando la visione sottile dell’Unità, generata dall’intelletto sattvico (puro), diventa samadhi, allora è ‘visone divina’.

Nel samadhi non si tratta di ‘vedere’, che è un processo mentale che include la triade di ‘soggetto che vede, processo del vedere e oggetto visto’; nel samadhi si conosce per identità.