un pensiero incontinente

Io ho notato una cosa

Che se tu dici agli aspiranti che soffrono di un pensiero incontinente: “Cerca di non pensare. Ogni volta che si presente un pensiero che ti estroverte riporta la tua attenzione al Soggetto: all’IO, all’Essere ecc.”, gli dai un compito che lui non sa come assolvere, perché tu gli stai dicendo di lavorare sull’effetto, non sulla causa. Come se tu dicessi a un febbricitante “Cerca di non avere la febbre”…

Noi sappiamo che il Sé c’è già. È lì come il cielo, ma è coperto dalle nuvole, che noi chiamiamo vasana (spinte, desideri…). È da dove nascono queste vasana??? Dalla carenza di distacco. Perciò il distacco totale è l’equivalente della realizzazione, perché vuol dire: “Niente nuvole!”, e cioè: solo Cielo, solo il Sé.

Ma se tu dici all’aspirante: controlla il tuo distacco. Questa è una cosa che lui può capire e fare se è veramente interessato alla liberazione.

Ora dire Grazie a tutto quello che viene verso di noi e agire con lo spirito di servire il Divino, fa parte sempre del distacco, ma è l’aspetto dell’amore e serve ad evitare che l’aspirante interpreti il distacco come qualcosa di stoico…

QUESTO DOVRESTE IMPARARLO A MEMORIA
e ogni volta che state male interrogarvi:
– In cosa sto mancando?
– Poco Distacco dai piaceri del mondo?
– Non dico Grazie a quello che viene?
– Ho abbandonato l’ottica di Servire il Divino?

E trovate subito la soluzione al vostro malessere.
Non dovete neppure interrogarvi se state introvertendo l’attenzione sul Soggetto, perché questi 3 ingredienti vi volgono al Sé da soli.