Vasistha sulla liberazione

Sarasvati disse: “Cara Lila, c’è soltanto l’Unica Pura Coscienza!
Il corpo che si ha durante un sogno appare reale, eppure al risveglio svanisce.
Allo stesso modo il corpo fisico che è sostenuto dalla memoria e dalle tendenze latenti (vasana) si rivela irreale quando ci si rende conto che quelle memorie e tendenze sono irreali.
Alla fine di un sogno si ridiventa consapevoli del proprio corpo fisico; alla fine di quelle tendenze si diventa consapevoli del corpo etereo [la Pura Coscienza].
Quando il sogno termina sopraggiunge il sonno profondo; quando i semi del pensiero periscono c’è la Liberazione.
Non esistono semi del pensiero nella Liberazione. Se il saggio liberato sembra vivere e pensare, ciò è solamente apparente.
Il suo stato, comunque, non è come il sonno profondo dell’incoscienza [il piano causale] in cui i semi del pensiero giacciono nascosti.
Per mezzo della pratica persistente (abhyasa) l’ego viene portato alla quiete. Allora dimorerai naturalmente nella tua Coscienza e l’universo percepito procederà verso il suo punto di scomparsa.
Quando il proprio intelletto è saturato di bellezza e beatitudine, quando la propria visione è vasta, quando la passione per i godimenti dei sensi è assente: questo è abhyasa, la pratica spirituale.
Quando si è fermamente stabiliti nella convinzione che questo universo non è mai stato creato e dunque non esiste, e quando pensieri come: “questo è mio, questo sono io” non appaiono più: questo è abhyasa, la pratica spirituale.
È allora che attrazione e repulsione non più sorgono.
Sopraffare attrazione e repulsione con la forza di volontà è austerità, non saggezza”.

Lo Yoga Vasistha La Storia di Lila