elogio alla rinuncia

Sri Bhagavan disse che Tatva Rayar fu il primo a divulgare la filosofia advaita in tamil. Diceva che la terra era il suo letto, le mani i piatti per mangiare, il perizoma il suo vestito e che dunque non gli mancava nulla.
Nel Maharaja Turavu (La Rinuncia del Re) afferma: «Egli sedeva sulla nuda terra, il terreno era il suo seggio, il vento della mente era il suo ventaglia, il cielo era il suo tetto e la rinuncia era la sua sposa».

Sri Bhagavan continuò: «Nei primi tempi non avevo nessun panno steso sul pavimento; mi sedevo e sdraiavo per terra. Quella è libertà. Il divano è una schiavitù. Per me è una prigione. Non mi è permesso di sedere dove e come voglio. Non è questa schiavitù? Si deve essere liberi di fare ciò che si vuole, e non si deve essere serviti dagli altri.

«‘Nessun desiderio’ è la più grande beatitudine. Si può realizzare solo con l’esperienza. Nemmeno un imperatore può competere con un uomo privo di desideri. L’imperatore ha dei vassalli a lui sottoposti; l’uomo senza desideri invece non è cosciente di alcuno accanto al Sé. Chi sta meglio?».

[Discorso 648]