hai qualche metodo di autoindagine che ritieni adatto a me?

— La pratica del mandare amore riesco a farla anche durante il giorno, pure se impegnato, e anche quando qualcosa in quel momento mi fa arrabbiare… Per quanto riguarda l’esperienza di silenzio ed oscurità, io ‘ero’ quel silenzio ed oscurità ed avevo la netta sensazione di esistere, sia pure senza i punti di riferimento abituali, ma ai punti di riferimento ci ho pensato dopo quell’esperienza.
Hai qualche metodo particolare di autoindagine che ritieni più adatto a me?

— Vi sono i migliori auspici. Pochi comprendono subito che la pratica è dentro e fuori la meditazione formale.

Per favore dammi qualche dato personale: Quanti anni hai? Da quanto tempo pratichi? Tua moglie pratica? Comprende la tua vocazione spirituale? Com’è composta la tua famiglia? Che lavoro fai? Vivi in appartamento, in una casa, in campagna o in città? Che tipo di pratica hai fatto prima di lavorare con S.? Conosci altri tipi di autoindagine? Se sì, c’è qualcuno di questi che preferisci?

Intanto te ne do uno che riprende la pratica dell’aprirsi e aprirsi di Lester Levenson:
1. Siedi da solo in una stanza dove non sei disturbato
2. Puoi tenere gli occhi aperti, chiusi o semichiusi come meglio preferisci in quel momento
3. Se ti fa piacere puoi anche usare una musica che ti rilassa
4. Riconosci lo stato in cui sei interiormente. Qualsiasi sia lo stato apriti ed apriti ad esso senza opporre alcuna resistenza.

Questa è la base, e col tempo sarai sempre più in grado di farlo anche fuori dalla meditazione formale.

Questo ti porta spontaneamente ad assumere la posizione dell’osservatore neutrale.

Molti i vantaggi di questa pratica:
1. L’osservatore neutrale è la pura coscienza con in più la connotazione di testimone. Col tempo tale connotazione se ne andrà e l’osservatore diverrà il puro Sé.
2. Sviluppa un ‘lasciare andare’ senza necessariamente cercare episodio per episodio nella mente e faticare molto (benché se necessario puoi sempre farlo).
3. Sviluppa grande distacco e col tempo una grande disidentificazione dall’io personale agente.
4. Ti rendi conto che non c’è nessuna persona che fa, ma che c’è solo la coscienza-essere e il suo aspetto in movimento che è chiamato shakti.
5. Ti rendi conto che in realtà non avviene proprio un bel niente, che è solo un film, un sogno che si srotola. Perciò gradualmente entri nella non-azione. Avrai le tue crisi di astinenza da io-agente e azione. Prendile benevolmente e affrontale con l’aprirti e aprirti anche a quell’astinenza. Non avere fretta.
6. Scopri che aprendoti e aprendoti allo stato in cui sei, puoi mantenere sempre la posizione dell’osservatore neutrale, che poi diverrà il Sé, e comprendi che quando resisti vieni trascinato via dal Sé e diventi un’identità personale separata.
7. Conduce all’equanimità.
8. Quando ti è chiaro che non avviene niente, che è solo un sogno, e il distacco dall’identità col corpo aumenta, allora la mente smette di andare su è giù dal passato al futuro. Lo fa per vedere se l’ego sarà in grado di fronteggiare nel futuro le esperienze traumatiche che ha avuto nel passato. Ma dato che tu non sei il corpo-mente e in realtà non succede niente, la mente smette di farlo e allora rimane solo l’eterno immutabile presente del Sé.

Prova e fammi sapere se ti ispira.