l’investimento affettivo

Una persona centra veramente Dio se capisce profondamente che il mondo (in quanto molteplicità differenziata e separata) non esiste. Solo in tal modo l’investimento affettivo sull’illusione può cessare e finalmente convergere sul vero IO.

Ciò non significa affatto che si è più capaci di operare nel mondo duale. Fisicamente si compiono le azioni necessarie ma interiormente vengono abbandonate a Dio, comprendendo che sono un sogno. In questo modo non si è più coinvolti affettivamente con esse.

Bisogna comprendere bene che è l’investimento affettivo sugli oggetto, incluso le persone e il proprio corpo, che ci lega al mondo e ci rende schiavi. Finché questo investimento affettivo estroverso verso il mondo delle forme non viene meno, l’aspirante, anche se ha delle esperienze dirette temporanee, resterà sempre cittadino del mondo, cioè prigioniero dell’illusione. Quando invece l’investimento affettivo è sul vero Sé, la mente si fonde in esso e dopo un certo tempo che permane nell’unione col vero Sé raggiunge la liberazione.

Può sorgere la domanda: ma allora uno non vuole più bene al proprio figlio o al partner?

Quando l’investimento affettivo è posto sul vero IO, si scopre che tutti e tutto sono questo vero IO che respira silente dietro le loro forme apparenti. Perciò l’amore verso il figlio, il partner e gli altri non viene per niente meno. Essi però adesso non sono più delle forme separate, ma quel vero IO che è l’unica Realtà veramente esistente, immutabile e imperitura.

Il bambino vuole comunicare, e dato che non è consapevole di essere il Paramatma né gli altri lo riconoscono come Paramatma, a un certo punto va attraverso la comunicazione esterna: cioè certa di stabilire una comunicazione e una comprensione con delle forme diverse e separate. Ciò, a causa dell’ ‘investimento affettivo’ verso le forme, intrappola la sua attenzione nell’illusione.

La comunicazione di base con gli altri può essere solo interna! Il che significa ‘riconoscere che gli altri sono la medesima comune silente Realtà che si cela dietro tutte le diversissime forme’; stabilito questo, quello che si comunica esteriormente dipende dalle circostanze e dalla capacità di comprensione/apertura dell’altro; potrebbe anche non esserci comunicazione esterna… Solo in tal modo l’investimento affettivo può rimanere indisturbato sul Principio-Io; altrimenti o non si riesce a conoscere il vero Sé, o se lo si è contattato è un ‘entra e esci’.

Il mondo dev’essere sussunto nel Principio-Io, altrimenti rimane irrisolto (l’investi affettivo non cambia di direzione) e l’aspirante manca la liberazione.