parole di Sri Anandamayi Ma

Questo testo tratto da “Parole di Sri Anandamayi Ma” è di una tale GRANDEZZA che non si trovano parole per qualificarlo. Un Jnana perfetto, ennesima riprova che BHAKTI E JNANA SONO INSEPARABILI. Andrebbe ponderato a lungo.

*  *  *

“Poiché nulla va mai perduto, ciò che avete realizzato anche per un secondo un giorno o l’altro porterà frutto”.

“Quando l’abilità fisica che deriva dall’Hatha Yoga è usata per coadiuvare lo sforzo spirituale, non è sprecata; altrimenti non è Yoga, ma bhoga (godimen­to). Il sentiero per l’Infinito sta nell’essere senza sforzo. Fino a quando l’Hatha Yoga non mira all’Eterno, non è altro che ginnastica. Se nel corso normale della pratica non s’avverte il Suo contatto, lo Yoga è stato infruttuoso.”

“La conoscenza del Sé è una. Il procedere di passo in passo si riferisce allo stadio in cui si distolgono gli occhi dagli oggetti dei sensi e si rivolge lo sguardo all’interno, verso l’Eterno. Non si è ancora realizzato Dio, ma percorrere il sentiero spirituale è diventato fonte di gioia. Lungo questa linea ci sono dharana, dhyana e samadhi. Le esperienze in ciascuno di questi stadi sono infinite. Dove c’è la mente c’è esperienza. Le esperienze nei diversi stadi sono dovute alle varie forme di desiderio per la Conoscenza Suprema. La mente, che in precedenza era concentrata sulle cose materiali, e deducendo che non si potesse provare l’esistenza di Dio era pervenuta a negarLo, adesso si volge nella direzione opposta. Non è perciò naturale che la Luce appaia in essa in conformità allo stato raggiunto? Questi stati sono noti con vari nomi. Quando cessano le visioni che si hanno in meditazione? Quando il Sé si rivela (svayam prakasha).”

“Lasciare che il pensiero si soffermi sugli oggetti dei sensi è uno spreco d’energia. Quando la mente è così occupata e non osserva il silenzio, trova liberazione nel parlare. Osservare il silenzio in questi casi potrebbe sottoporre i sensi ad una tensione eccessiva e causare facilmente qualche malattia. Quando però la mente è rivolta all’interno non solo non c’è pericolo per la salute, ma – ancor più – soffermandosi costantemente sul pensiero di Dio si scioglieranno tutti i nodi (granthi) che costituiscono l’ego, e sarà realizzato ciò che dev’essere realizzato.

Osservare il silenzio significa mantenere la mente concentrata su di Lui; dapprima si sente l’impulso di parlare, ma poi svanisce ogni inclinazione o avversione. È come l’ape che accumula il miele: tutto quello di cui si ha bisogno viene raccolto naturalmente. Quando c’è un’unione sempre più intima con Lui, ciò che è necessario diventa automaticamente disponibile e, per così dire, si presenta da sé.”

“Fino a quando permangono pensieri e idee (sankalpa e vikalpa), non può esserci neppure il savikalpa samadhi. Savikalpa samadhi significa consapevolezza dell’Esistenza. Quando però la questione dell’Esistenza non si pone – quando non è possibile differenziare ‘ciò che è’ da ‘ciò che non è’ – si può esprimere qualcosa con le parole, per quanto poco? Questo è il nirvikalpa samadhi.”

“Questo corpo afferma che qualunque teoria si possa sostenere è basata sul ragionamento, che presuppone l’esistenza di un residuo della mente e del prarabdha; ma laddove Quello è rivelato, la cosa è diversa, là è impossibile discriminare o speculare. Oltre la ragione, al di là dei punti di vista, c’è uno stato in cui nessuno di questi può sussistere. Pitaji, in verità in Quello non c’è posto per le parole, il linguaggio o la discriminazione di qualsiasi genere. Che si dica ‘non c’è’ oppure ‘c’è’ – anche queste sono semplicemente parole; parole che fluttuano sulla superficie.***

Per questo si dice che là non hanno posto le parole, il linguaggio, le affermazioni di qualsiasi tipo. Questa è la verità, pitaji; comprendete?”

“Quando fate asana e cose simili, se avete trovato accesso al ritmo della natura vedrete che ogni cosa procederà in maniera dolce e spontanea. Da quali segni potrete percepirlo? C’è una sensazione di gioco, una gioia profonda, e il ricordo costante dell’Uno. Sentirete che non è il prodotto della pratica delle cose del mondo. Quanto è stato detto è quello che può rivelarsi solo spontaneamente, da se stesso.”

“Di nuovo, chi è che mi guida dall’esterno? È sempre Lui, perché in verità non c’è nessun altro.”

“Molto bene; chiamate transitorio ciò che non rimane mai fermo in un luogo, non è così? Ma cosa non rimane? Chi non rimane? Chi viene? Chi va? Cambiamento, trasformazione – che cosa sono? Chi? Afferrate la radice di tutto questo. Ogni cosa passa; vale a dire, la morte passa – la morte muore. Chi va e dove? Chi viene e da dove? Che cos’è in essenza questo interminabile andare e venire? Chi? Di nuovo, non è questione d’azione né d’andare e venire; da dove viene la nascita, da dove la morte? Meditate su ciò!

Direte che l’universo non è altro che l’unico Sé. Così ogni forma è Lui nella Sua stessa forma (Sva akara); cioè, il Sé (Sva), l’Eterno, rivelato come forma (akara). Che cosa implica questo? La non-azione (akriya). In che senso non azione? “Solo l’azione dedicata a Dio è vera azione; tutto il resto è inutile e dunque non è azione”. Questa è la vostra idea dal punto di vista del mondo. Qui questo tipo d’azione non esiste. Allora che cosa esiste? L’Azione del Sé (Sva kriya) – Lui stesso come Azione; Lui stesso come Forma – per questo è chiamato Sakara (con forma); Lui stesso come Qualità – perciò è chiamato Saguna (con qualità). Laddove è manifesto il Signore (Ishvara) o qualcosa riguardante il Suo divino splendore, Lui stesso (Svayam) appare in azione, pur rimanendo sempre non-agente. Lui come tale è l’Essenza della verità assoluta. Non azione (akriya), eppure forma (akara)! Forma significa incarna­zione (murti) in cui non c’è azione né chi agisce. Di che cosa può essere l’agente, chi dev’essere l’agente e dove? Egli non è rivelato in ciò che definite la schiavitù dell’azione. Egli stesso è l’azione (kriya), Lui, l’Eterno, che non può essere mai distrutto. Distrutto (nasta)** significa ‘non-Amato’ (na-ista), e non Chi non può essere indesiderato (anista); poiché Lui è la sola ed unica cosa desiderata da tutta la crea-zione, l’Amato di tutti. Dovete comprendere che l’Uno ‘Senza Forma’ (Nirakara) e ‘Senza Qualità’ (Nirguna), è anche ‘Con Forma’ e ‘Con Qualità’. Qual è nell’essenza la differenza tra acqua e ghiaccio? Potete dirlo? Solo Lui È, nient’altro che Lui. L’Uno che è pura Coscienza e pura Intelligenza ha molte forme e apparenze, ma nello stesso tempo è senza forma. Per questo, che la chiamiate azione del mondo o azione del ricercatore, sono entrambe Quello. Ogni azione è libera; in altre parole, non si pone affatto la questione dell’azione. Sapete perché è così: c’è solo un’unica ed eterna Realtà (Nitya Vastu), ma poiché siete limitati dai vostri diversi modi di vedere, parlate del non-eterno e affermate che il risultato dell’azione non può durare, che il cambiamento è la sua stessa natura.

Ora però, riflettete attentamente e realizzate che siete eternamente liberi, perché l’azione è sempre libera, non può rimanere legata.”

“l’Infinito è contenuto nel finito e il finito nell’Infinito, il Tutto nella parte e la parte nel Tutto. È così quando si entra nella grande corrente. Chi ottiene e quello che si ottiene sono la stessa cosa. Non è solo questione d’immaginazione; Egli è percepito in forme sempre nuove attraverso canali sempre nuovi. Quando si entra in quella corrente ininterrotta, è semplicemente naturale che lo Yoga, l’intima unione dell’individuo con il Tutto, divenga Mahayoga”.