quale relazione con il Guru?

Sri Ramana Maharshi, discorso 627

D. – Cosa vuol dire stare con il Guru?

M. – Significa studiare la tradizione sacra.

D. – Ma c’è la speciale virtù della presenza del Guru.

M. – Sì, questa purifica la mente.

D. – Questo è l’effetto, la ricompensa. Come deve comportarsi il discepolo?

M. – Dipende dal discepolo: se è uno studente o un capofamiglia, da quali sono le sue tendenze mentali radicate, e così via.

D. – Se è così, avrà successo naturalmente?

M. – Sì, nell’antichità i Rishi mandavano i propri figli da altri Maestri perché li istruissero.

D. – Perché?

M. – Perché si frapponeva l’affetto [personale].

D. – Non poteva essere così per gli jnani. Era per rispetto ai discepoli?

M. – Sì.

D. – Se era così, non si poteva superare l’ostacolo insieme a tutti gli altri, con la grazia del Maestro?

M. – Ci sarebbe stato ritardo. A causa del bisogno di reverenza del discepolo, la Grazia avrebbe potuto operare solo dopo molto tempo.

Si dice che svegliarsi dall’ignoranza sia come risvegliare un animale da un incubo. È così. Vi sono due tipi di mente: velata e agitata. Il primo tipo è male, il secondo non lo è. L’incubo c’è fin quando persiste l’effetto velante del sonno; al risveglio la velatura scompare e non c’è più paura.

L’agitazione non è un ostacolo alla felicità. Per liberarsi dell’agitazione causata dal mondo si ricorre all’agitazione (attività) di vivere con il Guru, studiare i testi sacri e adorare Dio con forma; e con queste cose si ottiene il risveglio.

Cosa succede alla fine? Karna era sempre figlio di Kunti. Il decimo uomo era sempre lì. Rama era sempre Vishnu. Questo è Jnana: essere consapevoli di Quello che sempre è.

*     *     *

Commento di Sergio – Fin quando amore e reverenza per il Guru difettano, la Grazia non giunge. La Grazia giunge quando ci si dona. Il Guru può anche essere immateriale, ma il donarsi dev’essere comunque totale.

Quando parlo di amore e reverenza non penso ad atteggiamenti affettati, quelli sono un ostacolo. Il Guru è come un padre o una madre, vi dev’essere confidenza e familiarità; ma non tali da offuscare la naturale reverenza che si nutre verso Dio.

Quando il Guru è vissuto come una semplice persona, non serve più. Ecco perché i Rishi mandavano i figli a studiare con altri Maestri.