il risveglio del maestro interiore

Da Annamalai Swami “I miei giorni con Bhagavan”:

Una volta chiesi a Bhagavan: “Quali sono i versi più importanti del Kaivalya Navanitam?”. Gli mostrai la mia copia del libro ed egli scelse immediatamente i versi dodici e tredici dal capitolo uno:

 “Guarda, figlio mio! Colui che ha dimenticato la sua vera natura nasce e muore alternativamente, continuando a girare nell’incessante ruota del tempo, come una piuma afferrata in un turbine di vento, fino a che realizza la vera natura del Sé. Se giunge a vedere il sé individuale e il suo Substrato, il Sé, allora diventa il Substrato stesso, Brahman, e sfugge alla rinascita. Nel conoscere tè stesso non avrai alcun danno. Poiché me l’hai chiesto, ti ho esposto tutto ciò”.

Commento di Sergio:

Quando uno contatta Sat-Chit-Ananda e ha un buon orientamento di insegnamenti, potrebbe continuare da solo, senza un maestro esterno, perché Sat-Chit-Ananda è il risveglio del maestro interno.

Tuttavia se non ha un buon orientamento di insegnamenti potrebbe procedere con più fatica e stress. Ad esempio potrebbe venirgli il dubbio di sbagliare e che forse dovrebbe dedicare più attenzione alla vita invece che a Sat-Chit-Ananda, e potrebbe desiderare delle conferme da un maestro.

È giusto cercare di migliorare la vita. Il sanatana dharma dice che questo è principalmente il dovere di chi vive nella fase della famiglia, in cui si hanno responsabilità sociali. Cosa sarebbe della vita umana se non vi fosse gente che investe energia per organizzare scuole e quant’altro serve ad elevarne il tenore?

Ma pur facendo questo, un aspirante alla liberazione dovrebbe avere ben chiaro che le cose sul piano fisico non sono fatte per finire bene: sono fatte per distruggersi!, e che dunque l’unico scopo della vita fisica è quello di riconoscere la propria vera natura spirituale.

Quando un aspirante contatta Sat-Chit-Ananda dovrebbe dimenticare completamente se stesso come persona (vita, corpo, relazioni) e immergersi completamente in Sat-Chit-Ananda, che è il suo vero coro e vita, e se ne ha, assolvere a quelle responsabilità sociali che gli sono rimaste come servizio al Divino.