vedere il Divino e scenari distopici

— Caro Sergio, la pratica che suggerisci sento di poterla applicare alle relazioni ordinarie (in tutte le persone che conosco posso riuscire a vedere dei Deva), ma le aree dark possono restare quelle politico/sociali.
In questo periodo i progetti globali per gli esseri umani appaiono correre velocemente verso il transumanesimo, la robotizzazione degli esseri umani, l’eliminazione del collegamento con il Divino.
Anche se mantengo interiormente la fiducia che questo progetto sarà sconfitto, non riesco a vedere come Deva gli artefici di questa follia.

— Carissima, vi sono due cose da dire, più in aggiunta un omaggio.

La prima. Riguardo ad amare o vedere Dio nelle cose orrifiche il problema nasce dalla confusione tra piano esteriore (come ci si deve comportare nella vita) e piano interiore. Sono due cose completamente diverse!

Nella vita duale si deve discriminare tra bene e male; interiormente è tutto Dio, non c’è nessuna discriminazione.

Le cose che appaiono nella vita sono il tuo sogno, il lila (gioco) divino che, se vogliamo seguire una prospettiva finalistica, appaiono perché tu le sperimenti e possa maturare per riconoscerti infine nel Divino. In tale prospettiva si possono sicuramente amare, così come vedere il Divino negli apparenti artefici di tali apparenze. Se tu interiormente respingi quelle apparenze, non supererai la separazione.

Perciò non si amano quelle atrocità in quanto tali, ma solo in quanto creazioni di Dio per il ‘lila’ di cui ho detto.

Un esempio di come si possa agire contemporaneamente in modi diversi in relazione ai due piani suddetti. Un vulcano esplode e muoiono migliaia di persone. Da un lato c’è la compassione e l’aiuto alle vittime, dall’altro si ama anche quell’evento come espressione di Dio.

La seconda. Se volete Dio, DOVETE MOLLARE IL MONDO!!! Può darsi che l’umanità debba sperimentare la più crudele distopia e poi sparire per sempre sotto i bombardamenti nucleari… Lascia che se ne occupi Dio. NON PUOI AVERE DUE MARITI! Non sei tu l’agente. Né la tua azione a favore dell’umanità sembra avere sortito grandi effetti positivi.

Dio a volte affida ad alcuni, in genere a Santi Saggi, una missione nel mondo, e allora essi potrebbero combattere i malfattori come ha fatto Krishna, oppure dedicarsi ad opere di bene, come fa Amma. Ma se sono realizzati nel loro agire non vi è attaccamento; per loro dovrebbe essere indifferente meditare in una grotta o combattere sul campo di battaglia.

Naturalmente ordinarie azioni di compassione, aiuto, sostegno ad organizzazioni benefiche, ecc. fanno parte dei nostri doveri quotidiani. Ma qualora ti sentissi chiamata a una missione ‘straordinaria’ nel mondo, ti suggerisco di fare prima un check col tuo maestro. Altrimenti lascia che sia Dio ad occuparsi del mondo e dai il tuo contributo agli esseri senzienti sconfiggendo l’illusione e realizzando Chi Veramente Sei.

L’aggiunta. Abituandosi a riconoscere Dio in evoluzione in chiunque, anche se la sua coscienza presente è lungi dal lasciarlo sospettare, dopo un po’ si ottiene un salto quantico: TUTTO APPARE COME DIO, niente escluso. Allora vivi i prodromi di quello che sarà il sahaja. Sei sempre con Dio. E dato che la relazione con Lui è quasi costante, il pensiero si ferma, perché il pensiero discorsivo ha luogo quando incarni un’identità mentale e ti fai un film ambientato nell’illusione.

Quando consideri gli scenari distopici che mi hai descritto e non riesci a vedere il Divino nei loro artefici, in che identità sei?