cercare il ‘piacevole’ ed evitare lo ‘spiacevole’ non è l’approccio di chi ama la verità

Dai Satsanga di Francis Lucille:

Domanda: — Le immagini che ho di me stesso sembrano avere radici profonde. Mi sembra quasi impossibile non pensare che io sia qualcosa.

Lucille: — Accogli la totalità della tua esperienza, senza interpretazioni, giudizi, confronti e conclusioni. Stai coi fatti. Lascia che si dispieghino. Siedi quietamente e chiediti se attualmente c’è ancora un pensare e sentire personale. È importante comprendere che percezioni sensoriali, sensazioni fisiche, pensieri pratici, creativi e pensieri sulla verità sono impersonali, dunque non sono un problema.

Cosa facciamo se è ancora presente un pensare o sentire personale, se vi sono attrazione e repulsione o paura e desiderio? Certamente non cerchiamo di eliminarli né di assecondarli. Rimaniamo sul filo del rasoio, cercando di non fuggirli né rimuoverli né diventarne schiavi. Cercare il ‘piacevole’ ed evitare lo ‘spiacevole’ non è l’atteggiamento di chi ama la verità. Lo è invece il cercare la verità a prescindere dal gradevole o sgradevole che s’incontra. È importante vedere dove sei nella tua meditazione: sei alla ricerca del piacere, del raggiungimento di stati, oppure cerchi la verità? Sii chiaro e onesto con te stesso.

Se davvero cerchi la verità, tutti gli stati diventano neutri: quelli piacevoli smettono di essere piacevoli e quelli spiacevoli cessano di essere spiacevoli. Ciò che rende piacevole uno stato è il nostro attaccamento, il nostro desiderio di conservarlo; ciò che lo rende spiacevole è la paura che ne abbiamo. Senza desiderio e paura hanno fine piacere e dispiacere degli stati. Tutto diventa neutro. Se questa non è la tua esperienza e pensi di essere in meditazione, ti stai semplicemente raccontando una storia. Domandati di nuovo: “Cos’è che cerco, la verità o uno stato gradevole?”.

Sergio:
Quando gli stati della mente sono neutri quello che resta è l’estasi dell’Essere, della Libertà Assoluta.