ci si realizza quando si è pronti, e si è pronti quando la mente impura è morta

— Credo che la depressione e il fastidio avuto questa estate sia un assaggio di manonasa. Ho sentito di perdere tutto.

— Con manonasa l’illusione di un mondo fenomenico sparisce del tutto. Anche se il mondo continua ad apparire ai sensi, è vissuto dallo Jnani come una fata Morgana, un miraggio. Rimane solo la Pace eterna dell’Uno senza secondo. Perciò se senti di aver perso tutto, questo è mente! Chi può sentire di aver perso tutto? Soltanto l’ego, non certo il Sé.

— Ma prima di manonasa non c’è un colpo di coda della mente? Quel colpo di coda non è fatto di depressione e fastidio? Avevo inteso manonasa come la depressione prima del silenzio della mente.

— Manonasa non è il colpo di coda della mente, manonasa è la dissoluzione definitiva dell’ego; quindi l’illusione svanisce e si stabilisce la Realizzazione senza ritorno.

Conosco il libro di Robert Boldman, L’Alchimia dell’Amore, in cui l’autore narra di aver vissuto una crisi tremenda che l’aveva riportato indietro a com’era prima della sadhana, e di avere poi trascorso del tempo ad ubriacarsi in un bar. Poi improvvisamente la sua mente si arrestò e lui sperimentò un significativo ‘risveglio’. Un risveglio, non la realizzazione senza ritorno.

Una mente agitata e impura non può sostenere una realizzazione stabile. Anche se l’aspirante giunge a vedere la Verità e a stabilirvisi per del tempo, le spinte delle vasana non annichilite lo porterebbero di nuovo fuori, prima o poi.

Ecco come Boldman descrive il suo risveglio:

“All’interno di me non rimaneva nemmeno un’ombra di resistenza; non potevo più sostenere nulla. Il vuoto fu fatto a pezzi, e con esso la mente. Ero spiritualmente nudo e in un istante fui inondato da una suprema, inestimabile meraviglia, una meraviglia che era sia il sentiero che la meta, che giaceva al di là di ogni concetto e forma, persino al di là del senza forma.

“Mi alzai e volteggiai per la stanza, capriccioso e insensatamente umano come mai. Ma era avvenuto un risveglio. Avrei impiegato anni per apprezzare la sottigliezza di ciò che era appena accaduto. Tutto ciò di cui ero consapevole era che ero sveglio, a riposo in uno stato che non era né mondano né spirituale. Non stavo sperimentando un’esperienza eclatante poiché non si trattava di un’esperienza. Semplicemente ero. Ero una pienezza, un amore e una sottigliezza che non potevano essere padroneggiati ne affermati come propri.

“Il risveglio non svanì mai totalmente, riconfermando se stesso ripetutamente, fino a che mi abbandonai alla sua suprema semplicità. Poiché era evidente che la realizzazione non era un momento, ma un processo continuo”.

Bello! Ma descriveresti il tuo respiro come un processo continuo? Diresti che il battito del tuo cuore è un processo continuo? Non ti accorgi nemmeno che vi siano. Così avviene quando le cose sono naturali: si integrano e spariscono alla percezione.

Un dialogo con Mukti:

«Io ho perso pure il senso e l’idea dell’illuminazione. Diventa normale. C’è beatitudine sotto forma di pace, pienezza, soavità, devozione; ma non pace, pienezza ecc. fuori di testa. L’illuminazione si integra, diventa normalità, anzi: ‘NATURALITÀ’… Perciò nessuna sovreccitazione».

Mukti: «Amato, dimorare nel Sé scioglie ogni spettacolarità e naturalmente integra tutto. Se qualcosa cambia, bene! Se non cambia, bene lo stesso! “Pace, pienezza, soavità e devozione”, come tu dici, diventano lievi e delicatamente permeano tutto dei loro colori. Grazie per la condivisione ❤».

Le più belle descrizioni spirituali sono quelle dei risvegli. Dopo, quando il risveglio è diventato naturale, non si ha più niente da dire.

Ci si realizza quando si è pronti, e si è pronti quando la mente impura è morta. Come ho dico nel post ‘L’Io Individuale Deve Estinguersi’, l’aspirante alla liberazione ha bisogno di giungere a un punto in cui la sua mente è già rivolta quasi costantemente ai piedi di Dio; se sorge un pensiero adharmico egli gli volge le spalle senza lasciarsi distrarre. Deve cadere soltanto l’ultimo esile velo che lo separa dalla agognata Unione, come l’ultima foglia autunnale di un albero ormai già praticamente spoglio. Questo è lo stato della mente pura. In tal caso, la realizzazione avviene sotto forma di quieta dissolvenza dell’illusione e quieta messa a fuoco completa dell’Unica e Sola Realtà.