devi distinguere il Sé dall’ego che conosce il Sé

— Se mi puoi dare qualche suggerimento dal punto di vista della pratica spirituale te ne sono grato.

Devi distinguere il Sé dall’ego che conosce il Sé. L’ego che conosce il Sé ha sempre una certa identità centralizzata. Tu lo individui come te stesso, ma è solo una sovrapposizione che nasconde il vero Sé.

Quando sei il vero Sé, sei come la coscienza che contempla. Ma non pensi di essere la coscienza perché non pensi affatto; non hai pensieri perché sei l’Uno, e i pensieri nascono dalla dualità.

Non avere pensieri è assenza di volizione. Se c’è qualche azione che avviene attraverso la tua forma non è tua. Questo vale anche per il pensiero funzionale. Devo comprare il biglietto del treno, la mente si impegna a farlo, ma quel pensiero è solo un’azione che avviene attraverso la tua struttura corpo-mente, non è un’azione tua. Tu sei senza azione e senza pensieri, sei nell’abbandono naturale e costante a Quello.

Devi allenarti a stare nell’assenza di pensiero asoggettuale e abbandonarti a quella. Non cercare di avere subito chissà quale esperienza. È uno stato nuovo, devi abituarti.

Lo stato senza pensieri, Hishiryò nello Zen, è già il Sé. Il pensiero nasce dal due: tesi e antitesi, che discutono o addirittura confliggono tra loro; per questo l’ego è sempre agitato. Quando sei nel non-pensiero invece c’è solo l’Uno.

Puoi ottenere lo stato senza pensieri senza rinuncia? Al meglio solo a tratti. Lo stato senza pensieri È la vera rinuncia al mondo, inclusi il tuo ego e il tuo corpo. Prova.