come stabilirsi nel samadhi

Come ci si stabilisce nel samadhi, lo stato unitivo? Abbandonandosi e abbandonandosi a Dio, il Sé, ignorando tutte le memorie in opposizione: traumi ecc. È totalmente una questione d’Amore, perciò non concentratevi sulle negatività, ma sull’Amore per il Divino, sia inteso come il Tutto che come l’Uno senza secondo. Il samadhi si approfondisce, fino a giungere al nirvikalpa. Lì l’abbandono è così intenso che anche la coscienza-conoscenza si riassorbe. Lights-out, si spengono le luci Continua a leggere →

chi sei tu adesso?

— Tutte le volte che ti ho chiesto mentre eri in samadhi, o quando ti ho riportato con la memoria a un momento in cui eri in samadhi; tutte le volte che ti ho chiesto “Chi sei tu adesso?”, mi hai risposto “Avrei bisogno di un termine di paragone per dirlo”; questo ovviamente fino all’ultimo colloquio, bisogna vedere se ora il tuo punto di vista è cambiato. Ogni volta, ti ho ribadito che non c’è bisogno di alcun paragone. Devi solo vedere se c’è dualità o no, punto. Comunque, Continua a leggere →

due giorni dopo

Due giorni dopo aver ricevuto la pratica di fare un intento di diventare Uno con l’Io (vedi post “Il Guru viene prima di Dio”), l’allievo scrive al Guru: — Avrei una curiosità. L’altro giorno hai accennato ai sette livelli evolutivi menzionati dal Sanatana Dharma. Potresti dirmi dove posso trovare questi materiali? — Come sta andando la pratica? — Non benissimo, nel senso che ieri e oggi sembra difficile stare con l’io e provare ad unirmici. — Possiamo provare insieme al Continua a leggere →

non tutti i samadhi sono in grado di produrre benefici

Vi sono alcuni tipi di psicotici che hanno dei samadhi. Non avendo un io strutturato, si depersonalizzano facilmente ed entrano in samadhi. Ma la loro non è saggezza; difatti mantengono molti attaccamenti, paure e si sbriciolano di fronte alla minima contrarietà. Ciò vale anche per persone cosiddette normali che hanno avuto ritardi nello sviluppo della loro psiche e sono rimaste interiormente bambini, quindi con un’enorme preponderanza dell’emotività, a fronte di una debole capacità dell’io Continua a leggere →

“In mezzo al bosco c’è un bellissimo laghetto. ci fermeremo lì”

— In questi giorni sento movimenti energetici. In alcuni momenti sento cedere la dualità. La prima volta che mi è capitato, guardavo le colline di fronte a casa mia e a un certo punto le ho incluse. Domenica mattina mi è successa la stessa cosa mentre andavo in bicicletta. Non me ne sono accorta subito, ma a un certo punto mi sono resa conto che non c’era nessuno che pedalava, che il paesaggio c’era ma non c’era nessuno che guardava, tutto era vivido e pieno, non come nel sonno desto. Stanotte Continua a leggere →

il piacere dell’unione con Dio

Shivananda: — In questi giorni, sia durante la meditazione che nel corso della giornata, sento momenti di perdita di dualità. Noto spontaneamente il respiro. Chi respira?... Percepisco freschezza nell’aria e mi sembra che io stessa sia il respiro. Allora sopraggiunge una letizia soffice e delicata, e mi ritrovo sospesa nella letizia. Si apre uno spazio nel quale mi dilato come aria fresca e piacevole, in una sensazione per certi versi quasi sensuale. Come se mi espandessi in una sorta di immobile Continua a leggere →

visione grossolana, sottile e divina

Sri Ramana Maharshi, discorso 364 Il Professor Nellore chiese di vishvarupa darshana. M.: Vishvatma darshana (il Sé universale) è vishvarupa darshana (Dio visto come universo), vale a dire: il Sé universale è il cosmo. Sri Krishna inizia il secondo capitolo della Gita dicendo: “Io non ho forma”. Nel capitolo XI dice: “Guarda la mia forma come l’universo”. È coerente? Dice ancora: “Io trascendo i tre mondi (fisico, sottile e causale)”, ma Arjuna vede in Lui i tre mondi. Sri Continua a leggere →

jagrat sushupti – lavorare come addormentati a causa dell’assorbimento nel Sé

Ramana Maharshi, Discorso 313 D. – Ieri Bhagavan ha detto che quando si persegue la ricerca interiore di Dio, il lavoro esteriore continua in maniera automatica. Nella biografia di Sri Chaitanya si narra che preso dall’ardore della ricerca di Krishna (il Sé), durante le lezioni agli studenti dimenticava spesso dove si trovava il proprio corpo e si metteva a parlare di Krishna. Questo aneddoto fa sorgere il dubbio se sia possibile abbandonare senza pericolo il lavoro a se stesso. Non bisognerebbe Continua a leggere →

una volta che il samadhi si è aperto, è fatta!

Shambhuananda: — Sono appena rientrata da un’intera giornata nel caos di una gita a Venezia. Tantissime persone, rumore, poca libertà di movimento, nessun momento di silenzio, mal di testa. Ci sono state lunghe ore di samadhi: unione col dolore, Beatitudine e Amore. In rari momenti, accorgendomi di avere tutta l’attenzione su ciò che stava accadendo, con un leggero intento tornavo in introversione. Io, il centro del cuore, cuore che comprende Tutto. Il Cuore è tutto, ed al centro solo il Continua a leggere →

che significa “stai nel samadhi come meglio puoi”?

Gli aspiranti non sanno come uscire dalla dualità, perché anche tutta la sadhana con sforzo è fatta dall’ego. Se ci si propone: “Ogni giorno che passa diverrò sempre più buono”, l’ego sopravvive tranquillamente. Sopravvive anche come flagellante penitente. L’UNICA COSA CHE DISSOLVE L’EGO È IL SAMADHI! Possiamo dire che tutta la sadhana prima del samadhi ha valore solo in quanto preparatoria al samadhi. Anche nell’ottuplice sentiero di Patanjali, per quanto diversissimo dalla Continua a leggere →