alla ricerca dell’Io

Colloquio con un aspirante che inizia l’Atma Vichara, la ricerca del Vero Io, in una seduta telefonica con me. La seduta avviene di domenica. L’aspirante è guidato con le istruzioni: “Individua la sensazione di Io”, “Fai un intento di divenire Uno con essa”.

Martedì l’aspirante mi scrive — Ci vuole pazienza… Non è sempre uguale ciò che trovo come io… L’intento di unirmi all’io è anche abbastanza difficile il più delle volte… Se cerco di capire finisco nella mente… Mi chiedo: com’è che ci sono due io?. Ma le risposte rimangono mentali. Infatti sembrano parole scritte sull’acqua, non hanno alcun effetto di comprensione vera… quindi ricomincio ogni volta senza scoraggiarmi. Cosa intende Ramana quando dice che ‘io’ è il primo pensiero a cui si agganciano tutti gli altri pensieri? Questa frase spesso ripetuta anche da Papaji Poonja mi è sempre sembrata la chiave della liberazione ma non ne ho mai afferrato veramente il suo significato. Nella pratica che sto facendo per me l’io non è un pensiero ma la sensazione di esistere. Grazie.

Soham — Il bambino è fuso con tutto fino all’età verbale, intorno ai 3 anni. Con l’età verbale comincia a strutturare concetti (dà un nome alle cose). Io ricordo che stavo giocando in un prato e vedevo che papà discuteva animatamente di politica con qualcuno. Volevo diventare grande come lui. Notai che papà aveva un forte io e mi dissi “Devo creare anch’io un forte io come mio padre”. Però, per pensare questo, il pensiero-io doveva già essersi formato. Ho fatto questo esempio per dimostrare che il pensiero-io nasce da una considerazione. Tutto il mondo relativo nasce da una considerazione. Il pensiero-io è la prima.

A un certo punto, tu devi aver considerato “Io sono un io (ego) formato dal corpo e da quello che sento (mente)”, e l’ego è nato. Dopo questa considerazione hai cominciato a ‘sentire’ di avere un io individuale. Questa prima considerazione è il pensiero-io di cui parla Sri Ramana Maharshi.

Quando nasce l’ego, contemporaneamente nasce il mondo. Prima eri fuso col mondo e fluivi nel tutto, ora cominci a dare un nome alle cose e a giudicare: questo mi piace, questo no; questo è mio, questo no; questo lo voglio, questo no, ecc. Ecco che l’ego crea la mente e il mondo. Per questo si dice che il pensiero–io è il primo pensiero..

Da un pensiero nasce una sensazione. Dal pensiero-io nasce la sensazione di ‘io’. La sensazione-io sta in primo piano e diventa operativa, mentre il concetto-pensiero ‘io’ che l’ha generata le rimane nascosto dietro. Ecco perché noi usiamo la sensazione-io, e non il pensiero-io, per risalire all’Vero Io, il Sé.

Il Vero Io non è una tua considerazione, non nasce dalla mente, è la Realtà Unica, Ciò che sei, che è prima della mente. Solo che il Vero Io è inconscio per la maggior parte delle persone, le quali credono di essere un corpo fisico. Quando tu risali alla sensazione-io e vi poggi l’attenzione, poiché essa non esiste nella realtà, gradualmente scompare e al suo posto appare il Vero Io, che non è individuale e personale, ma universale e impersonale.

Perché appaiono due io?

La mente è duale, può vedere soltanto in maniera duale, che è una maniera che distorce la Realtà. Per questo, quando pratichi la ricerca dell’Io, vedrai un io che cerca un altro io. Ignora tale distorsione. L’intento di diventare Uno con l’io serve a portarti oltre la dualità. Allora entrerai nello stato unitivo, nell’Uno senza secondo.

L’aspirante mi scrive di nuovo mercoledì — Sto permanendo nella sensazione io e non riuscendo ad unirmi ad essa sono rimasto lì come un ‘vuoto indescrivibile’… Resta una pace senza sensazioni.

S. — Magnifico! Hai completato il compito di individuare la sensazione-io. Ora la puoi trovare subito. L’istruzione “Fai un intento di diventare Uno con essa” serve per dissolvere le molte barriere che si presentano in questa fase; ma quando giungi a permanere nell’Io, non devi più preoccuparti di diventare Uno, semplicemente rimani nell’Io e abbandonati, abbandonati e abbandonati al Vero Io. Ora la tua istruzione è: “Dimora nell’Io”. Sarà questo dimorare, unito all’abbandono, che ti condurrà ad essere Uno col Vero Io nello stato non-duale.

Dici che sei rimasto lì come un vuoto indescrivibile e che resta una pace senza sensazioni”. Hum, puoi chiamarmi?

Al telefono:

S. — Torna a quel momento in cui sei rimasto lì come un vuoto indescrivibile… Ci sei?
A. — Sì.
— Chi eri tu in quel momento?

— Hum, testimonianza.
— E c’era qualcosa fuori da te?
— C’erano dei pensieri.
— Questi pensieri erano separati da te?
— No.
— C’era il tempo?
— Non saprei dirlo, è stato così veloce.
— C’era lo spazio?
— No.
— Ok, questa è un’esperienza diretta. Hai cominciato a praticare l’Atma Vichara domenica e dopo quattro giorni hai già avuto un’esperienza diretta. Quale benedizione❣