la disidentificazione ultima

“Ieri sono sempre stata ritirata in casa senza spinte egoiche all’azione. Come ti ho scritto nel messaggio: la Tua Presenza immutabile illumina la Mia Presenza immutabile. La giornata trascorre nella pacifica Osservazione distaccata. Questo abbandono al flusso del presente mi introverte sempre più profondamente. Sembra che sia in atto un processo di disidentificazione dal corpo”.
M.

Commento di Sergio
Qui viene descritto il processo della disidentificazione matura e ultima.

Il quasi-Jivanmukti è abbandonato al momento presente così com’è. Poiché tale abbandono è continuo, non usa il termine ‘momento’ ma la locuzione ‘flusso del presente’.
Ma cos’è invero questo presente?
Per stare nel presente non potete non accogliere e accettare tutto ciò che quel presente contiene. Perciò il momento presente – o flusso del presente – è lo stato unitivo, il samadhi.
Potete ora comprendere quando Sri Ramana dice “Realizzazione e samadhi sono la stessa cosa”; ma per samadhi non dovete pensare necessariamente a uno stato di trance, come invece gli yogi sono inclini a fare.
Il quasi-Jivanmukti dunque è equanime: nel flusso del presente nulla viene discriminato.
Egli non ha più bisogno di forzare la ricerca del Soggetto – es. “Trova l’Essere (o la Coscienza) nel momento presente”. Questo non forzare permette a tutte le vasana e le identità desiderose di apparire e gradualmente dissolversi sotto lo sguardo equanime del quasi-Jivanmukti.
È così che viene conquistata l’Equanimità e con essa la Liberazione.