discrasie sopravvenute a seguito della partenza di Jnanananda per il servizio militare

— Adorato Sergio buongiorno. Questa notte è stata tranquilla e serena. l’unica cosa che ricordo è di aver sognato un vetro e una parete di vetro.
Sono ripartita con la meditazione formale e mi è venuta una considerazione che vorrei condividere.
Non c’è differenza tra ciò che sono prima, durante o dopo la meditazione. Non posso sfuggire a me stessa: sono sempre quella fiammella che marchia la realtà in qualsiasi posto e a qualunque età della vita.
Ho intuito anche ciò che l’amata Jnanananda ha cercato con tanto amore di farmi capire cioè: porta con te questa intimità tutto il giorno stacci dentro. Non è una cosa a parte relegata alla meditazione. Lei stessa ne è l’esempio: resta lì nell’intimità del Sé pur lavorando sodo 12 ore. Ha perfettamente ragione!
Adesso ho capito bene a cosa è servita la meditazione, ti fa vedere bene (almeno per me così è stato) l’essenza in purezza, non mescolata con altro.
Però la relazione con questa essenza è sempre: Sono sempre.
Tutto mi ricorda che sono.
Quindi forse è meglio se medio in modo molto libero e fluido.
Grazie infinite

— “Ho intuito anche ciò che l’amata Jnanananda ha cercato con tanto amore di farmi capire cioè: porta con te questa intimità tutto il giorno stacci dentro non è una cosa a parte relegata alla meditazione. Lei stessa ne è l’esempio resta lì nell’intimità del Sé pur lavorando sodo 12 ore. Ha perfettamente ragione!”.

Questa intuizione è parziale, e poiché una verità parziale è in definitiva una non-verità, la tua è una intuizione erronea, e te lo dimostrerò. È valida solo per quegli aspiranti la cui vita viene catturata e posseduta dalla meditazione. Jnanananda è tra questi. Anche prima di realizzarsi, aveva bisogno di aggrapparsi agli scaffali del supermercato per non cadere a terra, tanto era profondo il suo sonno desto, che altro non è che assorbimento nella meditazione durante l’attività quotidiana. Jnanananda era, ed è, sopraffatta dalla beatitudine tracimante e da un pianto irrefrenabile che non le hanno mai consentito di rimanere un cittadino del mondo. ERA SEMPRE IN MEDITAZIONE! Quando rientrava a casa, cadeva in nirvikalpa samadhi che duravano dalle 2 alle 10 ore. Questo accadeva anche davanti alla TV – pensa il livello di trascendenza pazzesca… Ma questo non lo metteremo nella sua biografia; salterebbe sicuramente fuori qualcuno a teorizzare che è più utile al progresso spirituale ‘Amici di Maria De Filippi’ che la meditazione formale. Invero Jnanananda non ha affatto evitato la meditazione formale, al contrario, la meditazione formale ha preso il posto della sua vita ordinaria. La sua esperienza ne testimonia il trionfo, non già la relatività!!

Sarà una gara dura arrivare a stabilirti nel sonno profondo consapevole senza meditazione formale. Non puoi toccare il nirvana mentre sei in negozio; hai bisogno della meditazione formale per calarti in profondità, perdere la consapevolezza del corpo e del mondo, e lì fonderti nella tua vera natura. Quando poi quell’esperienza diventa il tuo dna, il tuo indelebile ‘Io Sono Quello’, allora puoi anche giocare a flipper che rimarrai sempre Quello.

Però hai ragione anche tu: NON SI POSSONO AVERE DUE MAESTRI!!!

Propongo una soluzione. Per la sadhana il tuo referente resta Jnananandaji. Ricevere i tuoi quesiti sulla pratica spirituale e rispondervi non l’affaticherà affatto. Ciò che non può fare adesso sono le sedute di mind clearing. Quelle, se vuoi, puoi farle con me. Se individui una barriera o questa si evidenzia in un sogno, ho ce la segnala Jnanananda, puoi prendere un appuntamento con me e la dissolviamo. Col senno del poi, era quello che avrebbe voluto chiedermi Jnanananda, ma allora non ce ne siamo resi conto.

Da parte mia nessuna discussione su come dovresti fare la sadhana. Quella è materia di cui si prenderà cura Jnanananda.

Può andar bene così?