i pensieri

Alcuni dicono: “Non sento tutta questa Beatitudine…”. È perché non sei tutto di là. Se una parte è di qua, nella benedetta vita del mondo, non sperimenterai molta Beatitudine. Essa nasce quando molli i pensieri. I pensieri sono gli ormeggi che ti tengono alla banchina del mondo. Devi dimenticarli! Allora sarai senza ormeggi e cadi nel Trascendente. Oblio di tutto! Tu, il mondo, i concetti. Solo Beatitudine e Trascendenza, senza comprensione. Sei fuori anche dall’intelletto. È la realtà del Brahman nirguna, lo stato del sonno profondo senza ignoranza. Lo Jnani è sempre nel sonno profondo senza sogni; ma non è detto che la sua forma corpo-mente debba dormire, il sonno profondo è la sua identità. Questa è l’ultima esperienza possibile.

Il resto? Ti può importare qualcosa di ciò di cui non hai esperienza. Può interessare solo all’intelletto; e non lo dico in senso detrattivo; può interessare per concepire una visione filosofica da cui strutturare una sadhana (pratica spirituale). Noi abbiamo scelto come faro il Brahman nirguna ed è saltato fuori iti iti, altri hanno scelto il Paramatman ed è saltato fuori neti neti. Santi e illuminati ce ne sono dall’una e dall’altra parte. Entrambi i metodi portano alla meta. Scegliete quello che vi piace di più e non fatevi distrarre dall’altro. Più avanti, quando sarete avanzati nel vostro metodo, potete studiare anche l’altro, vi aiuterà persino a capire meglio il vostro. In ogni caso si tratta di paradigmi, rappresentazioni; la mappa non è il territorio; è utile una mappa, ma non dovete scambiarla per il luogo vero e proprio, che nel nostro caso è oltre ogni concetto. Perciò diffidate dei fanatici dogmatici, quelli che hanno l’aria di aver capito tutto loro. Il processo della realizzazione È NATURALE! Inizi in qualche modo e il Potere Divino, la Divina Shakti, ti porterà avanti.

Allora, come dimenticare i pensieri? Devi testimoniarli; ma non come un principiante, quelli che pensano che il qui è ora è ricordarsi dove hai messo le pantofole. Il qui e ora è il Sé, siamo d’accordo su questo? Dunque devi testimoniarli con l’intenzione di dimenticare tutto, di dimenticare i pensieri, che sono la causa del tutto, e fonderti nel Trascendente. Se non provi Beatitudine, osserva quale ormeggio ti tiene ancora alla banchina della mente, cioè della sofferenza. Pian piano li dissolverai tutti.

Questa Beatitudine è ciò che nel nostro metodo brucia la mente e porta allo ‘stato non stato’ di cui parla Sri Siddharameshwar in Amrut Laya. Eppure nel metodo di neti neti considerano la beatitudine come molta molta sufficienza. Che miracolo. Lo stesso Divino in due metodi opposti. Nisargadatta l’aveva capito!!

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Una sintetica comparazione tra la scuola di Ramana e quella di Siddharameshwar.

Due visioni dell’evoluzione spirituale a confronto.

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di Sri Siddharameshwar e Sri Ramana