Upadesa Manjari – insegnamenti spirituali

L’Upadesha Manjari raccoglie le parole di Sri Bhagavan annotate da Sri Natanananda, uno dei primi devoti di Ramana Maharshi, in momenti diversi. Le annotazioni furono poi sistemate, ampliate e mostrate a Bhagavan, che le approvò, le supervisionò e le corresse di suo pugno. Il tema di quest’opera sono l’eterno Brahman, che risplende quale Cuore di tutti i Veda e dell’Agama (la trasmissione spirituale), e la realizzazione del Sé, il bene supremo che dev’essere ricercato da ogni nobile Continua a leggere →

non c’è spazio per una via

“Ciò che cerchi ti è così vicino che non c’è spazio per una via: Tu Sei Quello!”. Sri Nisargadatta Maharaj È bella questa affermazione di Nisargadatta! Però è irreale. Ci vuole tempo per capire come stanno le cose ed accettarlo, e tempo per abbandonarsi alla Verità. Allora Nisargadatta ha sbagliato? No. La sua affermazione non a niente a che vedere con la realtà illusoria della mente; essa è un assoluto che è al di là del tempo e delle circostanze. È dunque un seme che il Maestro Continua a leggere →

due orientamenti opposti nella via di jnana

C. — Arrivi ad un punto, che anche le parole non hanno più impressioni e comprendi che il silenzio è l’unico rivelatore... Quanta conoscenza e indottrinamento; tutto per evitare di morire a se stessi! Soham — Sì. Nella via di Jnana vi sono due orientamenti opposti: quelli che praticano neti-neti e che indicano il Parabrahman privo di esperienza come il Supremo (buddhisti, il lignaggio Siddharameshwar-Nisargadatta-Ranjit, ecc.), e quelli che praticano iti-iti e indicano il Brahman nirguna Continua a leggere →

i pensieri

Alcuni dicono: “Non sento tutta questa Beatitudine…”. È perché non sei tutto di là. Se una parte è di qua, nella benedetta vita del mondo, non sperimenterai molta Beatitudine. Essa nasce quando molli i pensieri. I pensieri sono gli ormeggi che ti tengono alla banchina del mondo. Devi dimenticarli! Allora sarai senza ormeggi e cadi nel Trascendente. Oblio di tutto! Tu, il mondo, i concetti. Solo Beatitudine e Trascendenza, senza comprensione. Sei fuori anche dall’intelletto. È la realtà Continua a leggere →

una sintetica comparazione tra la scuola di Ramana e quella di Siddharameshwar, Nisargadatta, Ranjit

Nell’impianto teoretico della scuola di Siddharameshwar, Nisargadatta, Ranjit il maestro conduce l’allievo a identificarsi con corpi sempre più espansi. L’allievo conosce già il corpo fisico, il maestro gli mostra il corpo sottile (la mente) e lo invita a conoscere questo corpo che è infinitamente più vasto del corpo fisico. [Questo passo io lo realizzo attraverso il mind clearing. L’allievo all’inizio è molto identificato con credenze ed emozioni limitanti. Quando vede che attraverso semplici esercizi di mind clearing può dissolvere contenuti mentali che prima lo bloccavano, comincia a padroneggiare il corpo sottile]. Ritornando alla scuola di Siddharameshwar, quando l’allievo ha conosciuto il corpo sottile, il maestro lo invita a conoscere il corpo causate che è il Nulla, il Vuoto; questo corpo è enormemente più vasto del corpo sottile e ha il pregio di azzerare tutte le fantasticherie della mente. [Nel mio metodo questo passo si realizza in due modi. 1) Col mind clearing. Attraverso il ripetuto dissolvimento dei contenuti della mente che bloccano il sadhaka, egli a un certo punto vede che dietro la mente c’è il Vuoto, il Nulla. 2) Ponderando lo Yoga Vasistha]. Di nuovo alla scuola di Siddharameshwar. Una volta che l’allievo ha conosciuto il corpo causale, il maestro lo invita a conoscere quello che loro chiamano il Corpo Supercausale e noi chiamiamo Turiya. Questo corpo è la Suprema Conoscenza del Sé, è l’Io Sono Universale. Quando l’allievo ha conosciuto questo corpo il maestro gli dice: “La conoscenza è servita ad eliminare l’ignoranza, ma il Sé è oltre conoscenza e non-conoscenza, oltre essere e non essere; devi abbandonare anche questo corpo. Come fanno ad abbandonarlo? Nisargadatta dice: “Non puoi abbandonare l’Io Sono universale. Rimani avvinghiato ad esso fin quando l’Io Sono non ti lascerà libero”; in più essi praticano neti-neti: io non so no questo, io non sono quello, non sono nulla di ciò che posso percepire. La scuola di Ramana conduce l’allievo a stabilirsi in Turiya attraverso l’indagine “Chi Sono Io?” e invita l’allievo a rimanere aggrappato a questo Io universale. Non è la stessa indicazione che dà Nisargadatta? La differenza di metodo è che una volta conosciuto il Sé in Turiya noi non pratichiamo neti-neti ma iti-iti: Io sono questo, Io sono quello, Tutto è il Sé! Non ci preoccupiamo di andare oltre Turiya perché Turiya – che è samadhi, stato non-duale – ha già in sé i germi della sua stessa trascendenza. Non è la stessa cosa che dice Nisargadatta?: “Rimani avvinghiato all’Io Sono fin quando l’Io Sono ti lascerà libero”. ❤ Per un approfondimento delle basi filosofiche di iti-iti, vi rimando al post “Perché Shankara afferma che l’illusione è Brahman?” pubblicato quest’oggi. Continua a leggere →

Diversità di linguaggio e interpretazione della Realtà tra la scuola di Sri Ramana e quella di Sri Siddharameshwar secondo Soham

Sri Nisargadatta Maharaj L’Esperienza del Nulla 1 Maharaj espone le basi del suo insegnamento Maharaj: Occorre comprendere la natura della coscienza. La coscienza può nascere unicamente nel corpo fisico, e il corpo fisico è formato dai cinque elementi [Secondo la cosmologia induista, i ‘cinque elementi’ (terra, acqua, fuoco, aria, etere) costituiscono i mattoni fondamentali dell’intero universo fisico]. È a causa dell’associazione con il corpo fisico che c’è la sofferenza. Molte Continua a leggere →

deve emergere la devozione bruciante

— Maestro, è successo qualcosa che non comprendo. Mi sento molto bene. A volte scompare la mente e mi sembra tutto un sogno: ci sono le persone, le cose, gli ambienti, ma tutto è più leggero. Anche fisicamente sembra che tutto si stia sistemando. — È così! Lo jnani vive la vita del mondo fenomenico come se fosse un sogno insulso. Riconosce e segue unicamente i principi della Vita Divina che consiste in: totale devozione e incondizionato abbandono al Sé, a Dio. Questi sono per lui Continua a leggere →

nirvikalpa, cioè no mind

IL PESO DELLA MENTE SCHIACCIA L’ESSERE! Ma cosa può mai cancellare Maya alla radice: la cancellazione della conoscenza relativa! Ciò avviene naturalmente nel sonno profondo consapevole, nel nirvikalpa, in turiyatita, nel nirvana, che sono tutti sinonimi che indicano lo stesso stato di coscienza. Nel savikalpa samadhi c’è la mente unitiva, ma nel nirvikalpa non c’è mente! È il nirvikalpa che mostra all’aspirante la vera Liberazione e la strada per conseguirla. È nel nirvikalpa Continua a leggere →

il nulla e la corda che tiene legato il secchio caduto nel pozzo

Su uno dei testi dedicati a Nisargadatta vi è un passo interessante. Una giovane racconta di aver preso parte a un ritiro spirituale ed aver scoperto che ‘Non Esiste Nulla’. “Sì” dice Nisargadatta, “E allora?”. “Cosa devo fare adesso?”. “Hai scoperto che non esiste nulla, ma ci sei ancora tu”, conclude Nisargadatta. Non voglio mettermi a confronto con Nisargadatta, non ne sono degno, ma io non avrei risposto così. Avrei detto: “Hai scoperto che non esiste nulla, ma non Continua a leggere →

Nisargadatta su Ramana Maharshi

Mentre sembra che l’insegnamento e le conclusioni di Nisargadatta siano assai diversi da ciò che insegna Ramana Maharshi, nel luogo in cui Nisargadatta accoglieva i visitatori, aveva alle sue spalle due immagini: quella del suo maestro Siddharameshwar e quella di Ramana Maharshi. Di seguito un’intervista a David Godman in cui gli si chiede di parlare della relazione di Nisargadatta con Ramana Maharshi. *    *    * D: Qual era l’atteggiamento di Maharaj nei confronti di Ramana Maharshi Continua a leggere →