la realizzazione dello stato naturale

Mukti: — Caro e Amato Sergio, essere sempre consapevole di essere Consapevolezza. Non so se significa essere il Sé in ogni momento. A volte lo sono, a volte non ricordo, o meglio a volte la Consapevolezza intesa come mente pura non è in primo piano. Tuttavia non vi è dubbio di essere Quello, che vi siano mente pura o impura, corpo, sensi, pensieri, beatitudine, in primo o in secondo piano… non c’è differenza!
L’innocenza e la purezza di un bambino appena nato.
Non c’è più nemmeno il ricordare.
Con tanto amore e gratitudine

Sergio: — È stabile?

Mukti: — La risposta è “Sì”. Come potrebbe essere altrimenti? Ciò è l’Immutabile e stabile sfondo di ogni cambiamento apparente. Non è frutto di nessun tipo di attività mentale, neppure la più sottile e pura, anche il ricordo è trasceso.
Amato, amato, amato…

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COMMENTO DI SERGIO

Insegna il Maestro: “Usa la conoscenza per rimuovere l’ignoranza (di essere una persona che vive in un mondo di oggetti ecc.); quando hai rimosso l’ignoranza, dimentica la conoscenza e sii Quello”.

“Dimentica la conoscenza” significa che il nodo dell’identificazione che ci legava alla mente è stato reciso grazie alla conoscenza del Sé. La mente può apparire, così come appaiono le immagini sullo schermo di un cinema; ma lo schermo sa che film si sta girando? È coinvolto dalle immagini che si proiettano su di esso?

La mente è conoscenza. Dice Sri Ranjit Maharaj: “La conoscenza dell’indirizzo ti porta alla meta, ma una volta giunto a destinazione l’indirizzo non ti serve più. […] La Realtà è il Sé senza Sé”. Non è forse questa la testimonianza di Mukti? Non è forse questa la testimonianza di Mukti? La consapevolezza di essere il Sé è diventata intrinseca, anche quando non è in primo piano, anche quando vi è l’oblio. Questo è lo stato naturale senza sforzo e ininterrotto. Questo è il sahaja.

La conoscenza del Sé è Turiya, il 4° stato, il sostrato dei tre stati di veglia sogno e sonno. Il Sé senza Sé è il Sé dimentico di Sé stesso, è Turiyatita, l’oltre il 4° stato, è il taglio dell’identificazione con la mente, è lo stato naturale, l’Inconoscibile Immanifesto, l’Assoluto, il Parabrahman.

Ranjit: “L’essere realizzato capisce che tutto è un sogno. Finché è in vita è allo stesso tempo nella conoscenza e nella Realtà finale, ma in fondo non fa niente. Capisce bene che benché parli non parla, benché dorma non dorme ecc. La sua comprensione è: niente esiste!”.

“Finché è in vita è allo stesso tempo nella conoscenza e nella Realtà finale”: la conoscenza nell’intelletto che appartiene alla forma, la Realtà finale è il Cuore spirituale.