il Guru viene prima di Dio

Il Guru fa comprendere all’allievo che ha avuto un’esperienza del sonno profondo consapevole e si congratula con lui. L’allievo però resta freddo perché ritiene che si tratti di un’esperienza breve, mentre lui vorrebbe rimanere sempre nel Sé. Poiché tale risposta alle parole dell’insegnante si è ripetuta più volte, il Guru lo rimprovera di non dargli fiducia, senza la quale non può aiutarlo:
— Quando eri nel sonno profondo consapevole ti lamentavi forse che fosse un’esperienza troppo breve?”.
— No, però vedo che prevalgono le esperienze della vita quotidiana rispetto a quelle fugaci in cui sono nel Sé”.
— Questo lo dici adesso. Chi sta dicendo questo? La persona o il Sé?”.
— Sì, ma quando mi ci vorrà per rimanere sempre nel Sé, considerata l’enorme differenza di tempo che ora c’è tra lo stare nell’identità della persona e quando sono nel Sé?
— Il tuo punto di vista è sbagliato! Pensi che il tempo debba gradualmente travasarsi dallo stare nell’identità della persona allo stare nel Sé, ma non avviene così! Questo è un cambiamento che avviene istantaneamente e si chiama ‘realizzazione’. A un certo punto, grazie ai tuoi ripetuti sforzi, giungerà una comprensione radicale e irreversibile in cui realizzi che sei il Sé, rimani in quanto Sé, e l’identità della persona muore per sempre e non ti darà più fastidio. Tale rovesciamento d’identità è chiamato ‘Grazia’.
Te l’ho già spiegato, ma non mi ascolti; come posso aiutarti se non mi dai credito? “Abbandonati al Guru”, l’hai mai sentita dire questa frase? Chi è il tuo Guru adesso? I preconcetti della tua mente?
— Si, la frase l’ho sentita molte volte. Adesso il Guru è questo senso di ‘Essere’ dentro di me.
Le scritture dicono che il Guru viene prima di Dio! Immagini perché?
— ‘Guru tattva’ è uno dei principi universali. Non saprei, ma mi è risuonato molto ciò che ha detto Ramana, ovvero che il concetto di Dio c’è solo nella mente e solo durante lo stato di veglia.
— È una questione molto più pratica: l’allievo potrebbe mal’intendere le indicazione di Dio interiore. Yogananda, ad esempio, era convinto che Dio voleva che andasse in Tibet.
— In altre parole la propria ignoranza può far scambiare pane per polenta?
— Certo, altrimenti non ci sarebbe bisogno del guru esterno. Dal 5° al 7° livello evolutivo, afferma il Sanatana Dharma, gli esseri sono così puri da non aver bisogno del Guru esterno. Chi è stato il Guru di Ramana? La sacra collina di Arunachala. Chi quello di Anandamayi Ma? Chi quello di Ramakrishna?
Dopo una lunga pausa il Guru continua:
— La tua pratica sarà ora la seguente. Fai un intento dolce di diventare Uno con l’Io. Dev’essere dolce, non forzato come nell’Intensivo di Illuminazione. Se lo forzi si attiverà la mente e otterrai al massimo un’esperienza diretta istantanea. Anche se ne otterrai molte nel corso di questo processo, tu non vuoi quelle come risultato finale; tu vuoi fonderti con l’Io-Dio per sempre.
Per questo il tuo intento dev’essere come un filo d’olio ininterrotto, in cui vi è Forza sotto forma di perseverante continuità, Amore sotto forma di desiderio di liberazione, Devozione sotto forma di abbandono all’Io-Dio che sarà il mare che misericordiosamente riassorbirà il tuo ego e ti darà la liberazione.
Inviami un report della tua sadhana una-due volte alla settimana.
— Quindi non solo dimorare nell’Io/Sé, bensì anche una sorta di sforzo dolce nell’unirmi all’Io/Sé. Ho capito bene?.
— Sì.