sto bene, anche se non c’è un motivo particolare

— Come va?

— Bene, anche se non c’è un motivo particolare… Anzi le impressioni, i pensieri, le emozioni vanno e vengono; ma non soltanto li guardo da fuori: entro, li attraverso, esco, in un movimento che è solo apparente. A volte vengo agganciata, e allora appena lo scopro scivolo semplicemente nel Sé, senza effetti speciali. E accetto quello che c’è, quello che arriva. Oggi mi sono sorpresa a pensare: “Ma è sera? Com’è possibile?”… Si perdono i riferimenti. Cadono anche le interpretazioni; per esempio guardo ai miei figli e li vedo con la loro personalità, senza giudizio.

COMMENTO DI SERGIO:

Questa jnani è da poco nello stato stabile. È chiaro dalla sua esperienza che l’ego è stato reciso. Presto il dimorare nel Sé si approfondirà e i fenomeni del mondo saranno interiormente sempre meno notati. L’amore è dal Sé verso il Sé, perciò non diminuisce con lo sbiadire dell’illusione della molteplicità. Viceversa, privato dalle impurità, l’Amore potrà manifestarsi liberamente.

Vedete dunque che l’idea che chiunque si realizzi diventi improvvisamente un grande santo o il facsimile del Buddha Sakyamuni è infondata. Questo, come altri pregiudizi, costituisce una barriera all’ottenimento dello stato stabile.

In chiunque si realizzi c’è sicuramente un cambiamento radicale: non ci si identifica più nell’ego. Ma questo può anche voler dire che quando lo jnani è preso da qualche apparenza, ritorna rapidamente nel Sé, senza che la distrazione lasci segno nella propria coscienza. Infatti, come l’identificazione nell’ego della persona comune fa apparire il dominio dell’ego ininterrotto, pur essendo quel dominio pieno di buchi in cui compare il Sé senza che sia notato, allo stesso modo l’identificazione nel Sé dello jnani fa sì che questi non dia valore a una temporanea distrazione, né tantomeno senta invalidata la propria naturale identità col Sé.

Pochi aspiranti dopo la realizzazione cadono in nirvikalpa samadhi, tanto da aver bisogno di essere accuditi in quanto perdono coscienza del loro corpo e del mondo esterno; tra questi Ramana Maharshi e Swami Lakshmana. Ma la maggioranza degli aspiranti entra nello stato stabile e poi va attraverso un approfondimento dello stesso. Di questi, alcuni hanno reciso solo temporaneamente il loro legame con l’ego, che può quindi ripresentarsi persino dopo 2 o 3 anni di assenza. Gli altri invece l’hanno reciso definitivamente.

Si potrebbe concludere che il neo-realizzato, che va attraverso un approfondimento della realizzazione, abbia un corpo-mente meno puro di chi invece viene subito assorbito dal nirvikalpa samadhi. Ma la realtà della realizzazione e assai più variegata. Pensate a Swami Kumali che passava la vita in nirvikalpa samadhi. Pur tuttavia, credendo che il nirvikalpa fosse la realizzazione, e non riuscendo ovviamente a rendere quello stato ininterrotto, sentiva di non essere realizzato. Solo quando Sri Atmananda (Krishna Menon) chiarì quella malcomprensione, lo Swami ottenne la realizzazione. Spesso è sufficiente una incomprensione per impedire la realizzazione.

Vi ricordo infine le quattro classificazioni di realizzati (Brahmavidvarishta, Brahmavid-Vareeyaan, Brahmavidvara, Brahmavid).