come Dio aiuta chi si abbandona a Lui

“Se osservi una situazione senza giudizi o preconcetti, la situazione è libera di svilupparsi. Devi aspettare che la visione arrivi da sola. Questa attesa senza attesa è la nostra vera natura, l’apertura in cui non c’è più la sensazione di essere colui che agisce”. Jean Klein “Questo è il modo in cui Dio aiuta chi si abbandona a Lui”. sc Continua a leggere →

lo stress da testimone

— Ciao Sergio. In certi momenti la situazione sembra precipitare e tutto si mostra surreale. Si tratta di sopravvivenza. Essere presente toglie i giochi della mente, ma lascia il corpo ‘esausto’. Perdere ogni certezza, essere senza rete, resta solo una nuda presenza, crudamente qui ed ora, limpida solo di questo momento… Fatico a fluire, mi sembra troppo. Resto in me, tutto passerà, prego… ma ora mi sento una bambina piccola, smarrita, in un mondo sconosciuto. Un caro abbraccio. — Continua a leggere →

titiksha

— Centrandomi nella sensazione di esistere (e quindi disidentificandomi dalle emozioni), molti turbamenti sono venuti meno o si sono fortemente ridotti. Però alcune volte ritornano, soprattutto nelle scadenze di lavoro. Mi chiedevo se è possibile accelerare il raggiungimento di Titiksha, lo stato libero da ansietà anche nelle afflizioni. — Titiksha significa pazienza, sopportazione. Sulla via spirituale è l’insegnamento antidoto all’impazienza di ottenere i risultati, che invece possono Continua a leggere →

la mente agitata

La mente agitata è sia un’abitudine che un’identità. Uno vede che tutte le persone hanno la mente agitata e crede che sia la normale condizione d’essere. Perciò vai attraverso l’istruzione: “Osserva la tua mente ferma, senza pensieri”. Pratica come meglio puoi. Quando riesci un pochino, renditi conto che ‘mente ferma’ è la tua vera identità. In questo modo l’avere una ‘mente ferma’ si stabilirà come abitudine e vera identità. Continua a leggere →

quando ci si distacca dalla mente

Mukti: — Quando tutto tace e poi si forma, vividamente completo, in ciò che c’è. Non c’è desiderio in attesa di qualunque manifestazione, perché ogni forma è semplicemente perfetta così com’è. S.: — Questo accade quando ci si distacca dalla mente: no vritti, nessun movimento mentale. Basta fermare la mente e la Verità risplende da Sé, dicono i maestri Zen. “Basta non pensare”, dice Sri Ramana. Ma la capacità di fermare la mente, e quindi distaccarsene, va conquistata. Allora Continua a leggere →

mirando l’assoluto

Ciò che gli esseri umani identificano come morte è la Pura Coscienza. In verità ciò che muore è tutto ciò che non è Pura Coscienza, cioè le sovrapposizioni, cioè la camicia di forza. Questo è Shiva, il senza forma, il mai nato, il cui canto è il silenzio, che è il suono della Pura Coscienza, dell’Increato. Una tale contemplazione della Pura Coscienza è discreazione dell’ignoranza, è il trionfo dello Spirito sull’umiliazione della condizione di identificazione con la materia. Continua a leggere →

ho capito che ti amo

— Carissimo Sergio, mi rendo conto del perché si incita tanto all’Io-Sono, all’abbandono… Perché abbandonandosi a quello che accade, alle situazioni come si presentano, si diventa la situazione, la vita che scorre, “accade il vivere” come diceva Nisargadatta. Senza più la sensazione del finto io, dell’ego che si crede il protagonista degli eventi, la mosca cocchiera che si illude di guidare la carrozza, e capisco anche il perché del “potere di adesso”. Ciò che allontana dalla Continua a leggere →

quelli che si realizzano hanno jnana ma anche tanta devozione

Quelli che hanno solo jnana e non hanno bhakti in genere non ce la fanno. Arrivano fino a stati di assorbimento che sono il contemplare il Sé in modo duale, e brevi e rari momenti di samadhi. E poi? Quando non sono in assorbimento? Non avendo bhakti non sviluppano l’Abbandono al Divino, quindi prevale sempre la loro personalità, l’ego: voglio questo, voglio quello, non mi va bene questo e quello, sono arrabbiato… Così rimangono fortemente attaccati alla realtà fisica, che è la più Continua a leggere →